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In Sardegna le cavallette sono di nuovo una piaga

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Non si arresta nel Nuorese l’avanzata delle cavallette, che da maggio divorano pascolo e colture della media valle del Tirso. La calamità abbraccia un territorio di circa 30 mila ettari, secondo l’ultimo aggiornamento, dalle pendici del Goceano sino all’alto Oristanese, nella Sardegna Centrale. Le più colpite sono le aziende dei comuni di Ottana, Orotelli, Oniferi, Orani, Illorai, Bolotana, Silanus e Sedilo, un’area ricca anche di colture intensive, alla cui irrigazione provvede il Consorzio di Bonifica della Sardegna centrale. I dirigenti dell’Ente hanno richiamato in questi giorni l’attenzione della Regione Sardegna, affinché si valutino i danni e la necessita’ di indennizzi economici. Le locuste sono arrivate anche in una parte delle campagne di Escalaplano.

Com’è cominciata l’invasione

L’invasione è iniziata lo scorso maggio, con epicentro il triangolo tra Orani, Ottana e Bolotana, zona peraltro già colpita dall‘infestazione un anno fa. La causa, ancora una volta, è stata la schiusa delle uova lasciate sul terreno dalle locuste nell’autunno precedente. Da lì centinaia di migliaia di cavallette hanno avanzato con i primi tepori primaverili e ripulito i campi dai foraggi e dalle colture di grano, mais e avena. I titolari delle aziende – circa 200 – hanno dovuto subire impotenti, considerato che, una volta partita la diffusione non è possibile fermarla. La maggior parte dei Comuni interessati ha dichiarato lo stato di calamità naturale. Le richieste di aiuto sono state inviate tra maggio e giugno alla Regione, cui si chiedono indennizzi.

Le possibili soluzioni

 “Vanno indennizzati i danni attuali”, esorta il sindaco di Ottana (Nuoro), Franco Saba, “e concretizzata un’azione preventiva per evitare che il fenomeno si ripeta nei prossimi anni”. Gli interventi sollecitati erano già stati chiesti alla Regione un anno fa, durante una riunione all’assessorato all’Agricoltura, coi sindaci del territorio e i responsabili delle organizzazioni agricole della provincia. Tra le soluzioni prospettate, quella di stanziare dei fondi affinché allevatori e agricoltori possano praticare la cosiddetta lotta biologica, con l’aratura del terreno in autunno in modo che vengano distrutte le uova destinate a schiudersi nella primavera successiva. Impegni che, a sentire sindaci e allevatori, sono stati disattesi, tant’e’ che in questi mesi la calamita’ si e’ ripetuta e appare ancora più grave. Ora a chiedere che ci sia una struttura regionale incaricata di programmare gli interventi contro l’azione divoratrice delle locuste c’e’ anche la dirigenza del Consorzio di Bonifica, guidato da Ambrogio Guiso, che ha denunciato la situazione grave dei propri consorziati. 

Vedi: In Sardegna le cavallette sono di nuovo una piaga
Fonte: cronaca agi


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