Sono arrivate ai comuni le mascherine che la Regione Lombardia ha deciso di fornire gratuitamente ai cittadini, dopo l’ordinanza che impone di usarle sempre anche in spazi aperti. Ma è caos sulla distribuzione. Nelle intenzioni della Regione c’era la possibilità di farle arrivare alle famiglie meno abbienti, tuttavia sono molti i sindaci, sentiti dall’AGI, che lamentano la mancanza di indicazioni su come distribuirle. E allora ognuno si è organizzato e ha immaginato criteri di assegnazione a modo suo.
C’è chi ha organizzato un gazebo per il ritiro, come il comune di Rho; c’è chi ha deciso di consegnare una confezione per famiglia, come a Cormano; chi le ha già designate a tutti gli over 65 come Settimo Milanese; a Cinisello si è partiti con la distribuzione tramite i negozi aperti: “Le mascherine sono state consegnate agli esercenti aperti per decreto ministeriale: negozi di alimentari, edicole e tabacchi che hanno aderito all’iniziativa”, scrive il Comune. A Bernareggio, in provincia di Monza e Brianza arriveranno soltanto alle famiglie che hanno almeno un over 65 all’interno del nucleo.
Il sindaco di Trezzano sul Naviglio, Fabio Bottero, ne ha ricevute 8mila e ha deciso di consegnarne “2 a testa solo agli over 65 e agli immunodepressi”. A Buccinasco si è pensato invece che fosse sbagliato aprire le confezioni da 10 dentro le quali le mascherine sono arrivate, per questioni igieniche; il sindaco Rino Pruiti e l’amministrazione hanno quindi immaginato di consegnarle tutte intere alle famiglie con anziani, disabili e malati cronici, ma dovranno essere i nuclei a contattare il centro operativo comunale per farne richiesta, e i volontari della protezione civile le porteranno poi a casa a casa.
“Da questa mattina i volontari stanno consegnando due mascherine ad ogni nucleo familiare in cui e’ presente una persona con piu’ di 65 anni. Ci sono arrivati 8mila pezzi su una popolazione di 20.500 abitanti e abbiamo scelto di darle a domicilio. Siamo in attesa di avere dalla Regione certezze sui criteri e di sapere quando e come arriveranno a farmacie ed edicole – commenta il sindaco di Cornaredo, Yuri Santagostino – Al momento le indicazioni non sono per nulla chiare e le forniture sembrano insufficienti”.
Della copertura insufficiente si lamenta anche la sindaca di Arese, Michela Palestra, che ha optato per la distribuzione attraverso i medici di famiglia: “La fornitura ricevuta da Regione Lombardia – circa 4mila pezzi – non e’ sufficiente neppure per dare una mascherina a nucleo. Gia’ questo impone una scelta. Abbiamo deciso di affidarci a chi meglio di noi puo’ valutare a chi possono essere piu’ utili: quindi le daremo ai medici curanti e ai pediatri del territorio e saranno loro a darle a coloro che ne necessitano”.
La sindaca ha poi rivolto un appello ai suoi concittadini: “Non andate agli studi medici, non presentatevi da loro per pretenderle, non sara’ una distribuzione a pioggia, ma una scelta consapevole e mirata”. Ma Palestra si rivolge anche alla Regione: “Questa distribuzione ai comuni mi mette profondamente a disagio e la valuto come un brutto scivolone, una scelta populista che rischia, per altro, di illudere di poter allentare il livello di attenzione sulle misure di contenimento”.
Altra opzione e’ quella valutata dal sindaco di Scanzorosciate, Davide Casati, che ha deciso, pur avendo ricevuto la fornitura di 6600 mascherine, di non distribuirle fino a quando non si raggiungeranno i 9mila pezzi necessari a fare si’ che tutti, nel piccolo paese della Bergamasca, possano averne almeno una: “I consiglieri si sono messi all’opera e hanno imbustato quelle che ci sono al momento, ma partiremo con la consegna solo quando le avremo tutte”.
Vedi: In Lombardia arrivano le mascherine, ma è caos per la distribuzione
Fonte: cronaca agi