AGI – All’indomani dell’annuncio di Yair Lapid di essere riuscito a formare un governo, destinato a spodestare Benjamin Netanyahu, le manovre del blocco per il ‘cambiamento’ si concentrano sul voto di fiducia alla Knesset. L’obiettivo del leader centrista israeliano e dei suoi sette alleati è di ottenere il prima possibile il via libera del Parlamento, per evitare che le pressioni popolari sui deputati di destra di Yamina e New Hope facciano collassare la coalizione appena messa in piedi.
Per vedere la luce, il nuovo esecutivo ha bisogno dell’appoggio di ogni singolo parlamentare degli otto partiti coinvolti e non può sopportare defezioni. Al momento il principale ostacolo è lo speaker della Knesset, Yariv Levin, deputato del Likud, che può legalmente far slittare il voto di fiducia nella speranza che l’alleanza eterogenea – che unisce partiti di centro, sinistra e destra – si dissolva sotto i colpi delle reciproche differenze.
Da qui, la richiesta presentata in Parlamento dal blocco per il ‘cambiamento’ per sostituire Levin con il deputato di Yesh Atid, Meir Cohen. Il documento è stato firmato anche dai sei deputati della Lista congiunta araba, partito arabo-israeliano rimasto fuori dalla coalizione di governo, che aiuterebbe ad avere i numeri per far passare la proposta.
Se il cambio andrà a buon fine, il nuovo esecutivo messo in piedi da Lapid, con Naftali Bennett come primo premier a rotazione, potrebbe vedere la luce già il prossimo lunedì. Per la prima volta dall’annuncio del leader di Yesh Atid si è fatto sentire Netanyahu: “Tutti i deputati eletti con il voto di destra devono opporsi a questo pericoloso governo di sinistra”, ha esortato su Twitter, dando voce alla collera della base elettorale.
Il futuro premier, Bennett, ha già cominciato a ricevere la protezione assicurata dallo Shin Bet alle massime cariche dello Stato nel timore che la rabbia di alcuni settori della destra possa portare a violenze. Già ieri a centinaia si erano radunati fuori dall’hotel dove erano riuniti i leader del blocco anti-Bibi per protestare contro Yamina, minacciando ritorsioni. Manifestazioni appoggiate dallo stesso figlio di Netanyahu, Yair, che ha annunciato di essere stato messo al bando da Facebook per 24 ore per aver condiviso sul suo profilo un invito a protestare fuori dalla casa del parlamentare nazionalista Nir Orbach, ritenuto l’anello debole nei confronti del nuovo governo anti-Netanyahu. Proprio Orbach ha avuto stamane un faccia a faccia con Bennett al termine del quale ha confermato su Twitter di essere allineato, nel tentativo di mettere un freno alle speculazioni su una sua possibile defezione.
Di fronte alle crescenti pressioni su suoi parlamentari, il leader di Yamina ha convocato per domani mattina una riunione a casa sua con l’obiettivo di serrare le fila e contrastare ‘l’offensiva popolare’ del blocco pro-Netanyahu che ha minacciato di organizzare proteste fuori dalle abitazioni dei deputati del partito nazionalista. Voci di ‘tradimento’ sono girate anche all’interno di New Hope ma sono prontamente rientrate dopo la smentita di Zèev Eldin che ha negato di aver cambiato idea: “Vedo che ci sono molti che si offrono volontari per parlare a nome mio. A chiunque me lo chieda, faccio parte del partito New Hope e mi impegno a farlo. Tutto il resto è un’invenzione”, ha twittato.
Source: agi