AGI – È lo stesso fenomeno e ha i medesimi obiettivi. La parola d’ordine è motore elettrico e la missione è sostituire i motori endotermici montati sulle imbarcazioni con una propulsione green e contribuire a proteggere il mare e l’atmosfera da idrocarburi, particolato, polveri fini, ossidi di azoto e di zolfo, oli minerali.
Esattamente quello che sta accadendo per le automobili, sta avvenendo, in misura minore, anche nel settore della nautica da diporto. A tracciare i limiti del settore delle imbarcazioni con motore elettrico sono le dimensioni del mercato e le percentuali di crescita: secondo i dati pubblicati da Research and Markets, nel 2018 la stima era di 4,5 miliardi di dollari, con un tasso medio annuo di crescita (CAGR 2020-2027) valutato attorno al +12%.
Secondo quel rapporto entro il 2027 il mercato delle imbarcazioni con motore elettrico avrebbe dovuto raggiungere i 12,3 miliardi di dollari a livello mondiale. I dati aggiornati ad aprile 2022 sempre di Research and Markets stimano il valore del mercato poco sotto i 5 milioni di dollari (dati al 2021) con una previsione di crescita a 10,15 miliardi di dollari entro il 2027.
Previsioni di crescita più prudenti quindi, ma sempre importanti e a due cifre. A pesare è stata la pandemia che ha ostacolato la crescita del mercato delle barche e delle navi elettriche a causa della chiusura degli impianti di produzione e delle restrizioni commerciali imposte in tutto il mondo. Il mercato si riprenderà anche se la portata limitata e gli elevati costi di acquisto fungono da freno alla crescita stessa del mercato.
Non solo automobili. La realtà che la spinta alla propulsione elettrica va verso la creazione di un ecosistema che comprende le quattro ruote, ma riguarda anche aerei e barche. Alla fine del 2021 General Motors ha speso 150 milioni per il 25% di Pure Watercraft, azienda di Seattle che produce barche elettriche.
L’obiettivo è elettrificare trasversalmente i propulsori di tutti mezzi di trasporto creando un ecosistema nel quale i motori, le batterie e i sistemi di ricarica possano essere condivisi.
Nella stessa direzione è andata la partnership stretta nel 2017 tra BMW e Torqeedo, costruttore tedesco che dal 2005 fa solo barche ibride ed elettriche e che, per alimentarle, sfrutta appunto dal 2017 le batterie della i3. Altri marchi si sono mossi verso il mondo delle barche puntando ad un duplice obiettivo: mettere il loro nome e la loro tecnologia sulle onde del mare. Nel 2015 Skoda ha svelato anche la sua VisionSea, un motoscafo spinto da da un motore a benzina da 180 cv e un elettrico da 198 kW con la possibilità di percorrere 50 miglia nautiche a emissioni zero.
In attesa che il processo di elettrificazione delle barche da diporto si affermi, le grandi case costruttrici già si sono mosse. La Cupra con il D28 Formentor dei cantieri De Antonio monta un 5 cilindri 2.5 da 400 cv, ma in programma c’è la possibilità di ospitare il sistema di propulsione della versione E-hybrid, ovvero un ibrido plug-in che permette di entrare ed uscire dai porti o navigare sotto costa con il motore elettrico e scatenare la potenza dei pistoni in mare aperto.
C’è poi il progetto Seine Alliance con Renault che fornisce la propria tecnologia al Black Swan, un’imbarcazione studiata per gite sulla Senna. Jaguar poi nel 201o ha portato in mare il suo Vector Racing V20E, un motoscafo spinto dal motore di una monoposto di Formula E, capace di toccare sull’acqua quasi 142 chilometri orari. Progettato in collaborazione con Williams Advanced Engineering, ha 2 motori elettrici che erogano 295 bhp (300 cv), ha battuto il record mondiale di velocità sull’acqua per imbarcazioni elettriche.
Silenzioso (non emette vibrazioni, non produce rumori, odore di benzina o gas di scarico), facile da mantenere (ha meno elementi rispetto ad un motore endotermico), sicuro, il motore elettrico è più efficiente rispetto ai propulsori tradizionali. L’elettrico permette inoltre un incremento dell’efficienza energetica dall’8 al 50%, ha sottolineato la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) in occasione dell’apertura della prima Fiera Internazionale del settore all’Idroscalo di Milano.
Le barche di solito sono ormeggiate nei porti dove il posto barca è dotato di presa elettrica. Per le piccole barche questo servizio può bastare, ma per servizi fast e per poter ricaricare in 30/60 minuti è necessario utilizzare specifiche colonnine. La maggiore superficie della barca poi permette l’uso di pannelli solari, che possono garantire un’interessante produzione elettrica. Sulle barche è possibile installare anche delle piccole pale eoliche. Infine si produce energia navigando a vela, grazie all’elica che funge da dinamo.
“L’elettrificazione delle barche rappresenta il passo più importante per la nutrita lista di benefici che comporta – ha spiegato il presidente di SIMA, Alessandro Miani – la riconversione delle oltre 570 mila imbarcazioni da diporto (di cui il 50% è sotto i 10 metri) oggi presenti in Italia contribuirebbe al raggiungimento del 40% degli obiettivi Net Zero al 2030, come previsto dall’Unione Europea”. L’elettrificazione del settore “contribuirebbe alla riduzione degli impatti non solo della navigazione, ma anche dei servizi di rimessaggio e il ripristino degli ecosistemi marini nelle aree portuali”.
La nautica elettrica funzionerebbe anche da stimolo per l’industria a rinnovare l’intera tecnologia navale, per inquadrarla in un’ottica di economia circolare. Le imbarcazioni potranno essere costruite più leggere e resistenti utilizzando materiali eco-compositi innovativi, come le fibre di basalto o di altre rocce vulcaniche, di lino e di bamboo miste a resine riciclabili, o l’alluminio riciclato.
Alla stessa maniera, i rivestimenti biocidi utilizzati attualmente per evitare la crescita dello strato biologico sotto gli scafi (biofouling), causa dell’aumento dei consumi energetici, sono in via di sostituzione con prodotti di origine naturale che non danneggiano l’ecosistema acquatico e la annessa catena alimentare. Il futuro della navigazione green è promettente e procede a vele spiegate”.
La Società Italiana di Medicina Ambientale ha chiesto anche al Ministro del Turismo Massimo Garavaglia di prevedere nel Piano nazionale turismo incentivi per la filiera della nautica elettrica che insieme alla mobilità elettrica ed alle infrastrutture per lo slow tourism può contribuire ad un importante incremento di attrattività del turismo italiano nel mondo, partendo dai Paesi del Nord Europa già oggi più di noi attenti alla sostenibilità ambientale in ogni declinazione turistico-ricettiva e di servizi accessori. Secondo gli analisti il sostegno del governo per promuovere l’uso di barche e navi elettriche per ridurre le emissioni aiuterebbe la crescita del mercato.
Nel 2020 per esempio il governo sudcoreano ha annunciato uno stanziamento da 870 milioni di dollari per incoraggiare lo sviluppo di trasporti marittimi ecologici per ridurre l’inquinamento causato dal settore marittimo del paese. Green Ship-K, questo il nome del piano, centrale per raggiungere la carbon neutrality entro il 2050, mira allo sviluppo e all’applicazione di una tecnologia navale a basse emissioni di carbonio, comprese le celle a combustibile a idrogeno e i sistemi di propulsione. L’iniziativa ha fissato l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del paese del 40% nei prossimi 25 anni e del 70% entro il 2050.
Source: agi