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Impianto cocleare complesso, bimbo 2 anni esce dal silenzio

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Impianto cocleare complesso e stimolazione elettrica del nervo uditivo. “E mio figlio ballava con gli amici dell’asilo. E’ stato meraviglioso”   “Dopo essermi rivolta ad altri ospedali italiani finalmente ho incontrato i dottori Maurizio Guida e Maurizio Falcioni, ed è stato meraviglioso. Quando siamo arrivati a Parma, due anni fa, mio figlio era immobile sul passeggino, isolato nel suo mondo di silenzio e di ombre. Non mi toccava nemmeno il viso né gli oggetti che lo circondavano. Adesso, guardi, sta girovagando per l’ambulatorio con il cellulare in mano perché ho appena mostrato ai medici un video dove balla con i suoi compagni dell’asilo”. Inizia così il racconto di una mamma di un bambino di 5 anni affetto dalla sindrome di Charge, ipovedente, portatore di tracheotomia e sordo bilateralmente. Una sindrome rara che si è manifestata intorno ai 7 mesi e ha reso necessario, ai due anni di età, un intervento di impianto cocleare sinistro che tuttavia non ha portato gli esiti attesi: il bambino continuava a non mostrare alcuna reazione agli stimoli esterni.  Nel 2021 il primo contatto con il dott. Maurizio Guida presso la struttura di Otorinolaringoiatria e Otoneurochirurgia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma diretta da Enrico Pasanisi. “Siamo intervenuti modificando i livelli di stimolazione elettrica del nervo uditivo creando una mappatura cerebrale – spiega Guida responsabile dell’elettrofisiologia degli impianti cocleari e degli impianti al tronco. – Con la possibilità di sentire i suoni ambientali, il bambino ha acquisito la sensazione dello spazio e dell’equilibrio ed ha iniziato ad interagire con il mondo esterno oltre che a sviluppare capacità cognitive. Ora esegue compiti quotidiani in totale autonomia”. Ma l’odissea del piccolo non è ancora conclusa. Anche l’orecchio destro era compromesso da un’infezione in atto e da un tentativo di impianto cocleare non riuscito “dopo 7 ore di sala operatoria” precisa la mamma con la delusione ancora impressa nelle sue parole. Nel marzo scorso l’equipe guidata dal dott. Maurizio Falcioni tenta nuovamente di posizionare l’impianto per migliorare la qualità di vita del piccolo paziente, con un approccio diverso (petrosectomia subtotale) per risolvere contestualmente il problema uditivo e l’infezione. “L’operazione – spiega Maurizio Falcioni – ha avuto un esito positivo; ora stiamo valutando di intervenire con una revisione chirurgica anche sull’orecchio sinistro per la comparsa di una infezione”. Un caso che rappresenta l’ultimo di una serie di interventi complessi affrontati dall’Otorinolaringoiatria e Otoneurochirurgia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma diretta da Enrico Pasanisi. Il dott. Falcioni ha alle spalle una ventennale esperienza di otoneurochirurgia che espone quale relatore ai  congressi mondiali, ultimo quello che si è tenuto a Dubai lo scorso gennaio così come un ulteriore intervento è previsto per quello europeo di Dublino nel 2024. Mentre il dott. Guida vanta tremila casi di impianti cocleari e 200 di impianti al tronco quale esperto elettrofisiologo a livello nazionale ed europeo. “Il Centro del Maggiore di Parma – conclude Falcioni – si sta affermando come centro di riferimento a livello nazionale per gli impianti cocleari di particolare complessità. Che possono essere di tipo chirurgico come malformazioni, anomalie anatomiche, concomitanti infezioni, o elettrofisiologiche legate quindi alle stimolazioni cerebrali. Nel caso di questo piccolo paziente è stato necessario creare una mappa delle stimolazioni uditive tale da strutturare le aree cerebrali in relazione ai diversi deficit. O come spesso accade complessità che richiedono un lavoro in sinergia di entrambe le competenze”. Circa la metà degli impianti eseguiti dal dottor Falcioni sono interventi classificati come “complessi” e il 55% di questi riguardano pazienti che provengono da altre regioni se non da altre nazioni.  (AGI)

ARI/RED