Il 28 dicembre 1908 un terremoto di magnitudo 7.1 della scala Richter ha colpito lo stretto di Messina. La violenza del sisma che corrispondeva al dodicesimo grado della scala Mercalli, equivaleva ad uno scenario di distruzione quasi assoluta. Messina e Reggio Calabria subirono danni devastanti, con rispettivamente il 90% e il 70% degli edifici completamente distrutti.
La violenza del sisma provocò circa 120 mila vittime, corrispondente ad oltre il 50% della popolazione che a Reggio Calabria e Messina contava circa 225 mila persone.
In questa cartina geologica, ecco la faglia che ha provocato il drammatico terremoto di Messina e Reggio del 1908.
Attraverso prospezioni geofisiche ad altissima risoluzione, che ha visto collaborare l’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia con l’Università di Kiel, in Germania, hanno permesso di ricostruire un complesso sistema di faglie presenti nello Stretto di Messina.
Si tratta di un’area con grandissima complicità geodinamica, dove è presente una depressione che segue un tracciato verso sud, estendendosi fino a 40 km di lunghezza. Qui è presente una faglia lunga circa 34,5 km, in grado di scatenare terremoti con magnitudo massima di 7. La faglia porta i segni di attività recente, con scarpate alte fino a 80 metri.
All’altezza di Messina la faglia devia bruscamente verso l’appennino calabro, seguendo il corso del fiume Catona. Si tratta di un sistema geologico ancora attivo che potrebbe recare forti terremoti anche in futuro.