“Non vi è stato mai pubblico in un teatro, il quale abbia potuto godere di vista uguale”. Così Johann Wolfgang von Goethe, nel suo Viaggio in Sicilia, compiuto nel 1786-87 descrive il Teatro Antico di Taormina, il punto di forza del Parco archeologico di di Naxos–Taormina. Quel panorama, che ha sullo sfondo il golfo da un lato e l’Etna dall’altro, è pronto a dispiegarsi agli occhi del visitatore, ma, precipitando dal lirismo del viaggiatore tedesco alla prosa senz’anima della burocrazia, Il teatro è resta in attesa in attesa delle “linee guida nazionali e regionali in merito alla gestione in sicurezza dei siti archeologici e dei musei, sugli ingressi contingentati e le distanze”.
Sono ricominciati, però, i lavori nei cantieri. Sono in programma tre interventi: si lavora all’edificio nominato “Ex Semaforo”, sul belvedere più alto del promontorio del teatro; i lavori dell’Enel per lo spostamento della ‘cabina’, che libererà dei volumi importanti nell’area retrostante il teatro, destinati ad ulteriori servizi igienici per i visitatori, e l’installazione dei ‘tornelli’ a fianco delle biglietterie, per distanziare i visitatori ed evitare capanni.
“Ci stiamo preparando – spiega l’archeologa Gabriella Tigano, che dirige – alla riapertura al pubblico prevista per il 18 maggio in collaborazione con Aditus, la società di servizi aggiuntivi che cura la biglietteria, predisponendo l’acquisto di strumenti per la misurazione della temperatura, di gel igienizzanti e mascherine e proseguendo con la sanificazione degli ambienti comuni fatta anche in questi due mesi di chiusura, a base di perossido di idrogeno sia delle aree espositive e dei reperti, come delle aree di lavoro di custodi e addetti del Parco”.
Il Parco gestisce anche il museo di Naxos e Isola Bella. “Archiviato il 2019 con lo storico record di oltre 1 milione di presenze nei tre siti – aggiunge Tigano – sono in arrivo abbonamenti annuali per singoli e famiglie a prezzi popolari e destinati anche ai residenti occasionali. Saranno individuali o familiari, per uno o tutti e tre i siti così da poter venire a vedere i monumenti anche per semplici passeggiate quotidiane, godendo della quiete, del verde e della bellezza del paesaggio che, come Parco Naxos Taormina, sono il tratto distintivo della nostra offerta culturale”.
“E – sottolinea – con la bella stagione in arrivo programmeremo le visite serali, sotto le stelle al Teatro antico. Sarà impossibile ripetere i numeri straordinari dello scorso anno, ma siamo certi che un poco alla volta, imparando a convivere con il Covid-19, tutti noi torneremo a cercare la bellezza e la memoria del passato, beni dei quali l’umanità – abbiamo imparato – non può assolutamente fare a meno”.
Quanto a Francavilla di Sicilia, prosegue il lavoro per il nuovo allestimento permanente dell’Antiquarium all’interno di Palazzo Cagnone e l’apertura è programmata per fine giugno. Grazie allo smart working e a una piattaforma condivisa, accessibile anche da remoto in questi due mesi i vari professionisti del Parco hanno potuto proseguire la progettazione per integrare l’allestimento tradizionale con strumenti digitali, ossia un video introduttivo e la sala immersiva.
Con i 109 m di diametro della cavea, spiega il sito del Parco, “il Teatro è, dopo quello di Siracusa, il più grande non solo della Sicilia, ma della penisola italiana e dell’Africa”.
“L’impianto originario – si legge – risale come a Siracusa al III secolo a.C. A documentarlo sono i resti del muro a blocchi isodomi, inglobati nell’edificio della scena e tre sedili con iscrizione dalla cavea. Alla stessa epoca risalgono gli avanzi del piccolo edificio sacro alla sommità della cavea, poi obliterati dall’allargamento che questa subì nel II d.C. Quanto è visibile appartiene interamente alla ristrutturazione romana, in particolar modo a quella avvenuta nella prima metà del II d.C. sotto Traiano o sotto Adriano”.
Il panorama è mozzafiato, e per descriverlo non resta che affidarsi ancora a Goethe: “A diritta, in cima ad alte rupi sorgono castella; al dissotto si stende la città, e ad onta siano moderne le costruzioni che attualmente si scorgono, la vista anticamente doveva essere la stessa. Si scorge di là tutta la catena dei monti fino all’Etna, tutta la spiaggia del mare fino a Catania, anzi Siracusa; e chiude il quadro la mole imponente del volcano, colla sua colonna di fumo, quadro che non ha punto aspetto severo, imperocchè la trasparenza somma dell’atmosfera fa comparire gli oggetti più lontani, e ne raddolcisce i contorni”.
Vedi: Il Teatro Antico di Taormina è pronto a riaprire
Fonte: cultura agi