AGI – Un dispositivo in grado di combinare diagnosi e terapia (in gergo teranostica) per contribuire alla lotta ai tumori, grazie a fibre ottiche integrate in aghi medicali: tutto questo attraverso un solo dispositivo. Lo strumento finale sarà pronto entro pochi anni. Il progetto si chiama Nanocan, è terminato a febbraio 2022 con il deposito di due domande internazionali di brevetto e ha portato come risultati lo studio e lo sviluppo di due piattaforme diagnostiche e una piattaforma terapeutica e la loro relativa validazione tecnologica e sperimentazione in vitro per i casi studio presi in esame (tumore al fegato e al seno).
È stato inoltre sviluppato uno studio di fattibilità per l’integrazione hardware e software delle tre piattaforme e, per due di queste, sono state realizzate delle versioni a livello di prototipi non miniaturizzate a scopo dimostrativo.
Alla guida del progetto Nanocan c’è il Centro Regionale Information Communication Technology (Cerict) di Napoli, che si è occupato del coordinamento scientifico delle realtà coinvolte: il Polo di Optoelettronica e Nanofotonica, l’Istituto per i Polimeri, Compositi e Biomateriali (Ipcb) e quello di Biostrutture e Bioimmagini (Ibb) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), l’Università del Sannio e l’Istituto Nazionale Tumori Fondazione G. Pascale.
“Stiamo trasformando un capello di vetro in un laboratorio diagnostico, uno strumento avanzato che può dare ai medici informazioni importantissime – ha spiegato Andrea Cusano, professore al Centro di Nanofotonica e Optoeletronica per la Salute dell’uomo dell’Università degli Studi del Sannio, coordinatore del CeRICT – Nanocan è una rivoluzione tecnologica che ci fa compiere un passo in avanti verso la medicina di precisione, dove il paziente non è più un’entità astratta ma un individuo unico su cui personalizzare diagnostica e terapia”.
Le fibre ottiche sono immuni alle interferenze elettromagnetiche, chimicamente inerti, non tossiche e sicure. Il loro utilizzo non causa interferenze con l’elettronica convenzionale di molti ambienti medici chirurgici. E, soprattutto, l’immunità delle fibre ottiche alle frequenze elettromagnetiche e radio le rende ideali per l’utilizzo in tempo reale durante la diagnostica per immagini con la risonanza magnetica, TAC, PET, o sistemi SPECT.
La tecnologia Lab-On-Fiber (letteralmente laboratori su fibra) sviluppata dal Polo di Optoelettronica e NanoFotonica del Cerict, ha permesso alle fibre ottiche di diventare molto di più che un canale di trasmissione su cui far passare informazioni. Il connubio tra fibre ottiche e nanotecnologie, alla base della tecnologia Lab-On-Fiber, ha reso infatti la fibra qualcosa di multifunzionale, in grado di assolvere a diversi compiti.
La fibra ottica, infatti, può essere ingegnerizzata per diventare un biosensore, uno strumento di riconoscimento molecolare ad alta risoluzione, oppure una sonda in grado di rilasciare farmaci in maniera controllata grazie ad impulsi luminosi.
Source: agi