La passeggiata serale che prima lo portava dritto al bar al centro del paese, adesso punta in direzione opposta, ai cancelli del cimitero. Come un impiegato diligente, all’orario stabilito, controlla che nei vialetti non ci sia più nessuno e accosta i cancelli per chiudere.
Il sindaco di un piccolo comune si improvvisa custode del camposanto. “Quello vero non c’è più dal 1998 – spiega all’AGI Nunziante Picariello, eletto 8 anni e mezzo fa per amministrare Capriglia Irpina – e purtroppo non possiamo assumere. Per giunta con la riduzione dell’organico abbiamo perso anche chi provvedeva prima. Non è un peso, in fondo qualcuno dovrà pur pensarci”. Un gesto che raccoglie le simpatie dei cittadini, che attraverso i social elogiano lo spirito di iniziativa.
“Non la farei più grave di quello che è – continua Picariello – Il mio non è l’unico Comune a soffrire per i tagli dei trasferimenti dallo Stato centrale. Siamo tutti i queste condizioni. Basti pensare che ho ridotto il costo del personale del 50 per cento quasi. Ma anche avere pochi dipendenti non è un problema. Il punto è di quali competenze si dispone”. I dipendenti sono 14 in tutto, ma alcuni in convenzione da esterni o con orari ridottissimi perché assunti in associazione con altri comuni. Prima della crisi, il piccolo centro dell’Avellinese, poco più di 2400 abitanti, spendeva 25mila euro per i suoi dipendenti, oggi in bilancio sono iscritti 12mila euro.
“Il problema è che sono sempre più avanti con l’età – sottolinea il sindaco – e non hanno le competenze informatiche che potrebbero agevolare di molto la gestione. Se non ci consentono di immettere giovani nella pubblica amministrazione, i piccoli comuni soffriranno sempre”.
Come tanti piccoli borghi dell’Appennino, anche Capriglia Irpina soffre per la fuga degli under 30. “Riusciamo a compensare queste partenze, che ci addolorano, con i trasferimenti di chi non vuol vivere in città e preferisce un piccolo centro vicino. Riusciamo così a mantenere sempre lo stesso numero di abitanti, ma il paese si sta espandendo alla periferia. Il centro storico ormai è deserto, abitato solo da una decina di famiglie. E con i bar chiusi la sera, quelli dove prima ci ritrovavamo, preferisco fare una passeggiata verso il cimitero e chiudere i cancelli, per evitare che quel posto resti abbandonato”, conclude sereno.
Fonte: cronaca agi