Pochi giorni fa, il volto simbolo del movimento “Fridays for future”, la svedese Greta Thunberg, ha compiuto 18 anni.
Di Giulio Pappa
L’adolescente che a partire dall’agosto 2018, a soli quindici anni, ha iniziato una serie di scioperi davanti al Parlamento di Stoccolma per chiedere un impegno concreto a favore dell’ambiente, può vantare di avere milioni di sostenitori in tutto il mondo e di aver incontrato i maggiori leaders del pianeta nelle più influenti sedi (ONU, G20, UE), rivolgendo loro parole molto dure. Celebre la sua frase al vertice ONU sul clima del 2019: “mi avete rubato i sogni, la mia infanzia con le vostre parole vuote”.
L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni nocive e l’impatto delle attività umane sull’ambiente. Propositi che già molti decenni prima della sua nascita venivano portati avanti dai Verdi e da altri gruppi ambientalisti, nonché dagli scienziati più illuminati.
L’impulso generato da Greta Thunberg alle lotte ambientaliste è notevole, dal momento che il movimento “Fridays for future” ha raccolto milioni di giovani, nati nel nuovo millennio, che utilizzano abilmente gli strumenti social per diffondere e comunicare le istanze non più solo degli scienziati e dei verdi ma del futuro.
La pandemia di Covid 19 non ha intimorito la giovane né smorzato le azioni del suo movimento, il quale conta circa 3 milioni e mezzo di persone in sciopero per il clima in quasi 170 paesi.
La giovane attivista evidenzia come il Covid abbia dimostrato che dipendiamo sempre di più dalla scienza e dagli scienziati se vogliamo superare crisi come quella pandemica. Tuttavia, così come crediamo agli scienziati della medicina – sostiene Greta – che stanno studiando il virus, dovremmo dare più ascolto agli scienziati dell’ambiente che ormai da parecchi anni non prevedono un futuro ottimistico per il genere umano.
Greta è consapevole che la sua fama potrebbe non durare a lungo, eppure è certa che i suoi messaggi e i suoi obiettivi siano non più rinviabili.