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Il mondo del petrolio 30 anni fa e quello di oggi

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La guerra del petrolio innescata dal gran rifiuto della Russia di tagliare ulteriormente la produzione ha cominciato a produrre i suoi effetti. Questa notte, i futures sul Brent sono crollati del 31% a causa della disintegrazione dell’Opec+, l’alleanza nata alla fine del 2016 tra i 14 paesi Opec e i 10 non Opec guidati dalla Russia proprio per risollevare le quotazioni del greggio.

Si tratta, scrive Bloomberg, del secondo peggiore calo di tutti i tempi dopo il tonfo del gennaio 1991 durante la guerra del Golfo. Tutto questo, unito all’annuncio di Riad di voler cominciare a produrre ai massimi livelli, ha fatto precipitare le quotazioni a 31,02 dollari al barile mentre un rapporto di Goldman Sachs che prevede prezzi a 20 dollari sta deprimendo ancora di più il mercato. “È un incubo – ha commentato un analista – abbiamo avuto uno shock della domanda seguito da uno dell’offerta. Una cosa senza precedenti”.

Cosa è successo nel 1991

Torniamo a quasi 30 anni fa, il mondo teneva il fiato sospeso per quello che stava accadendo in Medio Oriente. Il 17 luglio 1990, Saddam Hussein pronunciò alla televisione un discorso in cui accusava Emirati Arabi e Kuwait di superare deliberatamente i tetti di estrazione del greggio al fine di danneggiare economicamente l’Iraq. Il giorno dopo il ministro degli Esteri iracheno Tareq Aziz inviò un messaggio alla Lega Araba accusando il Kuwait di aver rubato petrolio all’Iraq estraendolo lungo i 120 chilometri di frontiera comune. Per questo Aziz chiese l’annullamento  di un credito di 10 miliardi di dollari, che il Kuwait vantava nei confronti del paese.

Il 27 luglio proprio a seguito alle richieste irachene, l’Opec decise, per la prima volta dal dicembre 1986, di aumentare il prezzo del barile da 18 a 21 dollari. Così arriviamo al 2 agosto del 1990 giorno in cui il presidente iracheno Saddam Hussein invase il Kuwait.

Dopo l’azione diplomatica dell’Onu e al termine di un ultimatum per il ritiro delle truppe irachene dal territorio del Kuwait, il 17 gennaio del 1991 le truppe degli Stati Uniti inziarono l’ operazione militare che fu chiamata ‘Desert storm’. Ed è proprio in coincidenza dell’inizio del conflitto che il petrolio fece registrare il calo del 34,8%, di poco superiore a quello di questa notte.

Il mondo del petrolio 30 anni fa 

Anche qualche giorno prima l’attacco Usa, il 9 gennaio il greggio aveva fatto segnare un brusco ripiegamento a seguito del fallimento dei colloqui di Ginevra tra l’allora segretario di Stato Usa, James Baker e il ministro degli Esteri iracheno Tarik Aziz.

Le cronache di allora raccontano che quando ancora non era terminato l’incontro Baker-Aziz, il Brent aveva chiuso a quota 22,40 dollari al barile (-13%), il livello più basso dall’invasione del Kuwait. Il giorno prima il prezzo era di 25,75 dollari al barile.

Anche allora, come oggi, il mondo era ben rifornito di petrolio visto che l’Opec produceva a pieno regime (oltre 23 milioni di barili al giorno) e che le scorte nei Paesi Ocse mai erano state così alte. 

Vedi: Il mondo del petrolio 30 anni fa e quello di oggi
Fonte: economia agi


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