L’auspicio che, in questi momenti tristi e dolorosi per l’umanità, la storia possa ripetersi
di Ale Staderini Busà
fonte @ sotterraneidiroma.it/
Tutto nacque con una musica, il famoso canto di Natale Stille Nacht, che in italiano sarebbe Astro del Ciel.
Siamo in piena Prima Guerra Mondiale e i soldati tedeschi in trincea espongono i primi alberi di Natale, la notte della Vigilia, una notte speciale per milioni di famiglie, dove tutto può succedere.
Dall’altra parte del filo spinato si trovano i militari inglesi, che odono le canzoni cantate dai loro rivali. Le ascoltano e non possono fare altro che commuoversi.
Da un reticolato all’altro, incredibilmente, iniziano a scambiarsi non pallottole ma auguri di Natale.
Questo famoso episodio è stato soprannominato la Tregua di Natale. La Prima Guerra Mondiale era cominciata da 5 mesi, il tempo che basta per seppellire già un milione di morti. il 7 dicembre 1914, il Papa Benedetto XV avanzò la proposta di sottoscrivere una tregua natalizia tra i governi belligeranti, chiedendo che “i cannoni possano tacere almeno nella notte in cui gli angeli cantano”, richiesta che tuttavia fu ufficialmente respinta.
Sul fronte Occidentale, il Belgio, allora invaso dalla Germania, è diventato un vero e proprio campo di battaglia. E’ la famosa guerra di trincee, studiata da molti di noi sui libri di storia, dove migliaia di uomini erano stipati come topi in questi lunghi buchi fatti nel terreno, da dove uscivano soltanto per farsi massacrare. Una guerra straziante, dove ogni centimetro conquistato valeva come una vittoria.
Ma poi giunse quella notte, un miracolo, non c’è dubbio, dove per alcune ore regnò una pace assordante. Quella notte sembrava soltanto un lontano sogno, che la luce solare avrebbe presto dissipato. Ma invece no. L’iniziativa la prese un soldato britannico. A mani alzate, esce dalla trincea. In quei frangenti, le sentinelle nemiche ci avrebbero messo un secondo a piantare la pallottola in testa al soldato, ma ciò non accadde. Il soldato inglese però continuava ad avanzare, cosa lo muova è difficile dirlo. Molti altri suoi compagni seguirono i suoi passi, per ristabilire una pace momentanea in tempi di oscura guerra.
E poi il miracolo: i sudditi del kaiser Guglielmo e del Re Giorgio di Inghilterra si ritrovarono fianco a fianco.
Le testimonianze esistono, eccome: come quella del Capitano Hamilton, che descrive lo scambio di regali che avvenne quella mattina tra i due schieramenti. Tabacco, cioccolata, liquori ma soprattutto sorrisi.
Gli ufficiali di ogni settore concordano 48 ore di tregua e subito la voce si sparge tra le trincee. Benché nessun accordo ufficiale tra i belligeranti fosse stato pattuito, nel corso del Natale del 1914 circa 100.000 soldati britannici e tedeschi furono coinvolti in un certo numero di tregue spontanee lungo i rispettivi settori di fronte nelle Fiandre.
Tra gli zaini degli inglesi spunta improvvisamente fuori un pallone. In un attimo, porte fatte da cappotti fanno da scenario ad una vera e propria partita di calcio per la pace. Come dire, non uno contro l’altro ma uno insieme all’altro: i valori dello sport.
“I tedeschi si sono fatti vedere, e, per farla breve, è finita che ci siamo incontrati a metà strada, per darci la mano e scambiare sigarette e piccole cose, e ci siamo salutati come migliori amici. Uno mi ha lasciato il suo indirizzo per scrivergli, dopo la guerra. Erano proprio dei bravi ragazzi, davvero. Immagino che possa sembrare una storia incredibile ma è andata proprio così. Sono certo che se la decisione stesse agli uomini, non ci sarebbe nessuna guerra.”
Queste parole sono state scritte da un ragazzo di Gateshead a un amico e pubblicate sul Newcastle Daily Journal di giovedì 31 dicembre 1914.