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Il mercato del lavoro italiano in crisi per la mancanza di competenze tecniche

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Secondo il Bollettino annuale 2023 del sistema informativo Excelsior, targato Unioncamere-Anpal, circa 3,5 milioni dei contratti programmati dalle imprese quest’anno sono posizioni offerte per professioni con un titolo tecnico-professionale. Proprio qui sono emersi i problemi di “irreperibilità” maggiori lamentati dalle aziende
Saranno le innovazioni in atto e le rivoluzioni, digitale e green in testa, che spingono a ricercare con maggior intensità competenze tecniche. In parte anche il frutto amaro della denatalità, con sempre meno giovani che si affacciano alle selezioni; della mancata crescita della produttività (e di conseguenza dei salari), di una scuola ancora da riavvicinare (davvero) al mondo produttivo. Fatto sta che in un mercato del lavoro che, nonostante il rallentamento economico in corso, continua a registrare numeri positivi (il 2023 si è chiuso con oltre 5,5 milioni di contratti, +6,4% sul 2022) è sempre più emergenza “mismatch”.
Degli oltre 5,5 milioni di contratti programmati dalle imprese quest’anno, infatti, ci racconta il Bollettino annuale 2023 del sistema informativo Excelsior, targato Unioncamere-Anpal, diffuso alla giornata conclusiva di Job&Orienta a Verona, circa 3,5 milioni sono posizioni offerte per professioni con un titolo tecnico-professionale e di istruzione e formazione professionale.
I settori critici
Ebbene, proprio qui sono emersi i problemi di “irreperibilità” maggiori lamentati dalle aziende. Sono risultati difficili da trovare il 65,5% dei diplomati Its Academy; ma la percentuale raggiunge il 74,3% nel caso dei tecnici specializzati nei percorsi dell’area meccanica e il 68,8% in quelli dell’area Ict (i due indirizzi Its più richiesti).
È introvabile anche il 49% di laureati (specie nelle discipline scientifico-tecnologiche) e il 46,9% dei qualificati/diplomati professionali. Il macro-gruppo degli operai specializzati detiene il primato in termini di impatto della difficoltà di reperimento sulle ricerche delle imprese: ben il 60,3% dei quasi 836mila profili sono problematici da trovare.
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Le figure più difficili da reperire
Ma scendendo più nel dettaglio delle figure più difficili da reperire, emergono profili altamente specializzati e tecnici con quote particolarmente elevate, come gli ingegneri dell’informazione (80,7% di criticità su poco meno di 5mila entrate programmate), le professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche (80,3% su 42mila ricerche delle imprese) e i tecnici delle costruzioni civili (con il 79,3% di difficoltà rispetto alle oltre 8mila assunzioni previste). Per i laureati nell’indirizzo sanitario e paramedico il mismatch è pari al 67,5% delle entrate programmate, per i qualificati professionali in indirizzo meccanico siamo al 57,9%. Tra le figure under30 sono introvabili idraulici, farmacisti, elettricisti nelle costruzioni civili, tecnici programmatori (tutti con percentuali oltre il 70%).

di Claudio Tucci- fonte: https://www.ilsole24ore.com/