Non è mai bello usare il cellulare a tavola e tanto meno durante il pranzo di Natale, ma confesso di non essere riuscita a resistere. Il lancio di JWST era previsto per le 13:20 e, dopo avere chiesto scusa ai commensali (e abbassato l’audio) ho seguito le fasi finali con il cellulare.
Le telecamere erano puntate sul maestoso Ariane 5 che aveva a bordo JWST, il telescopio spaziale più complesso e più costoso della storia. Ho capito che il lancio era imminente quando ho visto gli spettatori muoversi verso la terrazza, era esattamente quello che avevo fatto io oltre 20 anni fa quando ero a Kourou per il lancio di XMM Newton, un potente telescopio X dell’Agenzia Spaziale Europea, che è tuttora in funzione e continua a dare splendidi risultati. La migrazione degli spettatori è il segnale che la procedura sta per finire con il conto alla rovescia in francese ed il lancio. Trois-deux-unité-top. I motori si accendono. Gli spettatori vedono la fiammata ma ancora non sentono il rombo dei motori. Décollage dice il direttore di volo della base europea di Kourou.
Decollage, lift-off, from the tropical rain forest ha precisato il commentatore della NASA, evidentemente divertito dall’utilizzo della parola francese al posto del più americano lift-off, mentre il razzo si infilava nelle nuvole.
È iniziata l’ascesa verso l’orbita quando il razzo è ormai fuori della portata visiva (anche in caso di bel tempo) e gli occhi sono fissi sugli schermi e seguono i grafici che riportano la velocità e l’altezza del razzo. E’ quello che faccio anch’io mentre i commensali mi chiedono perché continuo a guardare ora che lo spettacolo del lancio è finito. Per intrattenere gli spettatori online (almeno la frazione che è rimasta connessa dopo il lancio) scorrono animazioni che visualizzano quello che sta succedendo. Passano i minuti, tutto è nominale, si vedono le posizioni delle stazioni di terra che seguono la traiettoria. Quando JWST passa sopra la stazione AsI di Malindi, l’immagine cambia e compare un oggetto splendente sullo sfondo della Terra. Le antenne italiane ci trasmettono la foto della base del telescopio impacchettato per poter essere inserito nell’ogiva di Ariane 5 .
E’ la prima e ultima immagine di JWST in orbita ripresa dalla telecamera del razzo che, dopo avere esaurito il suo compito, si è staccato lasciando il telescopio sulla rotta per arrivare a destinazione a 1,5 milioni di km dalla Terra. La ripresa della telecamera non è perfetta ma si vede chiaramente l’apertura di uno dei pannelli solari. Un passo fondamentale per fornire energia allo strumento che si allontana. Ci vorranno 344 manovre per dispiegare questo complicato origami spaziale. Verranno compiute nei 29 giorni necessari per raggiungere il punto di osservazioni privilegiato che è stato scelto per questo telescopio che promette di rivoluzionare l’astronomia.
Source: agi