Di Augusto Lucchese
In molti, di recente, si sono posti la domanda se rappresenti un bene o un male il fatto che le donne stiano acquisendo sempre più i posti di comando strategico e operativo delle portanti strutture istituzionali e produttive su cui poggia la variegata società multinazionale.
Il futuro del Pianeta Terra e della specie umana sarà sempre più affidato, come conseguenza, al potere, al volere e all’operato delle donne ?
Non è fuor di luogo, a questo punto, fare una premessa.
Ponendo in risalto a priori, con la massima ovvia deferenza, le nutrite categorie delle scienziate come, ad esempio, Marie Curie, Margherita Hack, Rita Levi Montalcini, Ada Lovelace, delle muse del sapere, della cultura e delle arti come Maria Montessori, Simon Weill, Oriana Fallaci, Elsa Morante, Anna Magnani, Anna Proclemer, Alda Merini, Grazia Deledda ecc., delle invitte propugnatrici di Fedi religiose come Caterina da Siena, Giovanna d’Arco, Maria Goretti o, più di recente, Maria Teresa di Calcutta e Laura Montoya Upegui , il mondo femminile appare suddiviso in due ben delineati settori:
1 * – quello, fortunatamente minoritario, in cui sono da annoverare le inaffidabili e simulatrici vestali di un mondo virtuale, boriose, petulanti e patologicamente ciarliere, manipolatrici, invadenti, presenzialiste incallite, pur se talvolta portatrici di strumentale e non sempre genuina avvenenza;
2 *- quello, maggioritario per grazia ricevuta, cui appartiene l’altissima percentuale delle “mater familias”, encomiabili, dignitose, vitali, responsabili, generose.
A quest’ultimo gruppo sono meritoriamente da aggiungere le tante scrupolose ed efficienti figure di donne che con dedizione svolgono la loro preziosa attività in campo sociale, assistenziale e formativo quali, ad esempio, “insegnanti e docenti”, “medici”, “personale sanitario in genere” che, al servizio della società, costellano il firmamento delle strutture di prioritaria occorrenza.
Per quanto concerne, di contro, il campo politico globale o quello della galassia partitica nazionale, fatte salve le debite eccezioni ben presenti in passato come, ad esempio, Angelica Balabanoff, Anna Kuliscioff, Rosa Luxemburg, Segolene Royal, Helle Thorning Schmidt, o come Nilde Iotti, Tina Anselmi, Lina Merlin, Susanna Agnelli, Livia Turco, Emma Bonino, Franca Falcucci, Maria Pia Garavaglia, Rosa Russo Iervolino, ecc., sono parecchie le variegate, stucchevoli e mediocri “vamp” della odierna politica che possono essere incluse, senza eccessive perplessità, nel poco edificante sopra citato primo settore. Quasi tutte, salvo qualche eccezione, mostrano parecchio diffusamente la loro tendenza a starnazzare tesi e concetti da “copia e incolla”, sforzandosi di recitare la non congeniale parte di “superdonne” mentre, di fatto, dimostrano di essere solo autentiche cortigiane d’altri tempi, quasi sempre pronte a seguire ciecamente la linea d’azione del sovrano di turno. Non c’è tanto da meravigliarsi se da più parti si va dicendo che parecchie di esse sono palesemente immeritevoli di calcare il vasto palcoscenico pubblico.