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Il futuro dell'Italia della palla ovale è verde, pronta la rivoluzione giovani 

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Roma – Il rugby italiano arriva da due batoste in terra d’Irlanda: nel Sei Nazioni c’è stata prima la sconfitta a Cork degli azzurrini Under 20 per 30-12 contro i pari età, domenica quella per 57-6 della nazionale maggiore che a Dublino ha giocato gran parte del match in doppia inferiorità numerica. Eppure qualcosa si muove nella palla ovale italiana: lo storico successo dell’Under 20 contro l’Inghilterra, a metà febbraio, dimostra che c’è una promettente generazione di nuove leve pronta a dare linfa alla squadra guidata dal ct neozelandese Kieran Crowley. In più dal prossimo anno partirà una rivoluzione nel settore giovanile con la nascita di 10 poli di sviluppo U17/U18, due accademie under 18/19 a Milano e a Roma e le Accademie U20 direttamente collegate alle franchigie del Benetton e delle Zebre.

Parla il ct dell’Under 20

“Pazienza e tenacia aiuteranno”, assicura il ct dell’Under 20, Massimo Brunello, “inserendo gradualmente i giovani si potrà accelerare il processo di crescita raggiungendo i risultati auspicati da tutto il movimento”. Il 54enne tecnico veneto, intervistato dall’AGI, è sicuro che nella sua rappresentativa ci sono alcuni giocatori pronti, di qualità e con un nuovo approccio mentale. “Marin e Menoncello hanno già esordito con gli Azzurri, Pani e Garbisi con la Benetton Treviso in United Rugby Championship”, ha spiegato, “risultati frutto del reclutamento dei migliori talenti da parte dei club, seguiti da una formazione tecnica, fisica e mentale nei centri federali. Questo lavoro negli ultimi anni ha permesso di maturare una nuova cultura sportiva”.

Un movimento in crescita

“Spesso siamo stati soggiogati da nazionali molto forti, ma già con l’Under 18 c’è stato un cambio di passo: abbiamo tallonato la Francia per ben due volte, inflitto 40 punti alla Scozia, battuto Irlanda e Galles“, ha detto Brunello, “la progressiva competitività e la recente vittoria sull’Inghilterra sono un’iniezione di fiducia alla nostra autostima, tenendo tuttavia i piedi ben saldi a terra, consapevoli ma umili”. 

La rivoluzione delle accademie 

Dalla prossima stagione partirà la rivoluzione voluta dalla Fir per riorganizzare la formazione giovanile di alto livello: dopo 15 anni di centri di formazione permanente e accademie, si punterà su 10 poli di sviluppo U17/U18 per coinvolgere un numero più elevato di giocatori e le società di appartenenza. “Siamo consapevoli che per innalzare la qualità della nostra performance e la nostra competitività a livello internazionale dobbiamo accrescere la capacità dei club di formare i giovani, interagendo attivamente con il percorso federale dell’alto livello, offrendo agli atleti le migliori opportunità”, ha dichiarato il Presidente Fir, Marzio Innocenti. Il percorso d’élite proseguirà a Milano e a Roma con le under 18/19, mentre le Accademie U20 saranno direttamente collegate alle franchigie del Benetton e delle Zebre.

Il mondiale Under 20

Dopo lo stop dovuto alla pandemia da Covid-19, i primi test utili, a livello internazionale, saranno il World Championship e il World Trophy confermati da World Rugby a partire dal 2023. “Il ritorno del Mondiale U20 ha una valenza importantissima non solo a livello giovanile, ma per il nostro sport a 360 gradi”, ha spiegato il responsabile Fir per l’Alto Livello, Franco Smith, “i recenti risultati dell’Italia U20 hanno confermato la centralità del progetto di sviluppo dei giocatori”.

Source: agi


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