La marcia su Mosca della brigata Wagner rappresenta forse anche l’inizio della sua fine politica
ANSA
Di Stefano Polli
Nel caos drammatico che sta travolgendo la Russia ci sono molti aspetti da chiarire e da spiegare ma un punto appare chiaro: la marcia su Mosca della brigata Wagner – per ora messa in modalità di attesa – sancisce, in maniera plastica, il fallimento di Vladimir Putin e, forse, secondo alcuni analisti, anche l’inizio della sua fine politica.
In qualsiasi modo finisca quella che Prigozhin chiama ‘guerra civile’, l’esito per lo zar rischia di essere devastante.
Il cuoco di Putin, l’uomo che soltanto poche settimane fa ha espugnato Bakhmut, piccolo simbolo vincente nella sempre più difficile campagna ucraina, adesso minaccia direttamente il Cremlino con un rovesciamento delle parti che è il simbolo più chiaro della sconfitta di Putin.
La scommessa e i rilanci continui di Putin in Ucraina e nella sfida all’occidente hanno portato la guerra alla periferia di Mosca, dove si ammassano sacchi di sabbia e dove si evacuano in tutta fretta gli edifici pubblici. In qualsiasi modo vada a finire – ed è presto per fare qualsiasi tipo di previsione – l’immagine di Putin sta andando in pezzi anche per l’opinione pubblica russa, anche per cittadini assuefatti ad una narrazione che nega e rovescia la realtà.
La guerra che Putin ha dichiarato in maniera folle il 24 febbraio del 2022 si sta rovesciando contro di lui. Prigozhin attacca i vertici russi per il modo in cui hanno condotto e conducono la guerra in Ucraina e, sicuramente, anche per malcelate ambizioni personali. Sarà decisivo il ruolo dell’esercito, dove alcuni generali, sotto banco, concordano con le critiche rivolte al Cremlino.
Dopo la decisione di Prigozhin di fermare la marcia verso Mosca, in queste ore di grande confusione qualcuno adombra la possibilità di un accordo tra Putin e quello che è stato per lunghi anni un suo fedelissimo con l’obiettivo di passare ad una fase ancora più dura nella guerra in Ucraina con l’uso e il dispiegamento delle armi nucleari tattiche. È un’ipotesi difficile da condividere anche se certificherebbe, comunque, il fallimento di tutte le strategie messe in campo fino ad oggi da Putin.
Tuttavia, il rischio di una forte escalation nella guerra in Ucraina purtroppo esiste. In questa fase di grande difficoltà e con una rivolta interna che sta arrivando al Cremlino, Putin potrebbe avere la tentazione di chiudere la guerra nel modo più veloce e sanguinoso possibile. Per questo, l’occidente fa bene a rimanere prudente. Qualsiasi presa di posizione potrebbe essere strumentalizzata e potrebbe accelerare l’escalation. Questo è il momento di ponderare bene ogni intervento.
Per Putin e per la Russia sono ore decisive. Il malessere trasversale e crescente di questi ultimi mesi contro la guerra in Ucraina adesso ha un punto di riferimento in una brigata di mercenari che si è macchiata dei crimini più sanguinosi non soltanto in Ucraina, ma anche in Siria, Libia, Mali e altri Paesi africani. Non può essere certo Prigozhin a risolvere i problemi della Russia, ma la sua avventura rischia di portate il Paese nel caos assoluto. Il mondo non può permettersi una Russia fuori controllo, considerato anche il numero delle armi nucleari di cui Mosca dispone. Ma questo è quello che si teme nelle cancellerie occidentali, dove i contatti sono febbrili e continui nel tentativo di capire come uscire da questa crisi.
Sono ore decisive per la Russia, ma anche per il destino del mondo.