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Il fallimento delle 'squadre' di medici a domicilio lombarde, attive solo 46 su 200

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AGI Sono solo una quarantina le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) attivate in Lombardia rispetto alle 200 preventivate.

Questi avamposti territoriali, costituiti da giovani medici in base a un decreto legge di marzo, avrebbero dovuto costituire la Maginot contro un’eventuale seconda ondata del Covid evitando che gli ospedali esplodessero come nella prima attraverso una puntuale assistenza a domicilio di casi non gravi.  Stando a quanto appreso dall’AGI, nessuna delle province ha però un numero di ‘squadre’ pari a quello che avrebbe dovuto essere.

Solo dieci tra Milano e Lodi  

Milano e Lodi ne contano una decina, Bergamo sei, a Brescia, dove sarebbero dovute essere 25, ne sono state attivate solo 4 con 9 medici in servizio.          
Dal 19 marzo al 15 giugno, 4 unità, in totale, hanno effettuato solo 434 visite a domicilio, pari a 1,5 visite al giorno per ciascuna. Nel territorio di Ats Valpadana, con una popolazione di quasi 800mila abitanti, avrebbero dovuto esserci almeno 15 unità e ne sono invece state attivate soltanto 7 tra Cremona, Crema, Soresina, Mantova, Alto Mantovano, Basso Mantovano e quella di Casalmaggiore-Viadana suddivisa tra le due province. 
Nella sola provincia di Mantova, in tre mesi, hanno totalizzato soltanto 145 interventi, con una media di mezza visita al giorno per ogni unità.
 A Pavia sono cinque le équipe mediche reate sul territorio, inizialmente se ne prevedevano 7. Ciascuna è formata da due medici che mediamente effettuano 5 visite al giorno su segnalazione del medico di base dei malati. Un gruppo controlla Stradella e basso Oltrepo fino a Casteggio, un altro Voghera e hinterland con l’alto Oltrepo; il terzo Vigevano e alta Lomellina, il quarto Garlasco con la Bassa Lomellina e Nord Pavia, l’ultimo Belgioioso, Chignolo Po e Pavia. Sono medici specializzandi di Rianimazione e Pronto soccorso, pronti a intervenire su richiesta, specie per i malati Covid più problematici.

La Regione dice che mancano i medici 

Nella Ats Brianza (Lecco, Monza, Vimercate), una delle zone più colpite in questo momento, dell ce ne sono soltanto tre attive, mentre quattro sono quelle di Ats Montagna formate da due medici operative nelle aree di Sondrio e Bormio, per la Valtellina, ed Edolo, per la Valcamonica.
Ats Insubria ha  attivato nelle province di Varese e Como  7 Usca, a Busto Arsizio, Saronno, Gallarate, Varese, Como, Erba e Cantù con 46 medici in servizio, due per turno. La provincia di Varese ha 891 mila abitanti quindi per la normativa nazionale, che prevede siano una ogni 50 mila abitanti, dovrebbero essere 18, mentre a Como, che conta 599 mila abitanti, dovrebbero essere 12. Fonti regionali riferiscono che i bandi per costituire le Usca non sarebbero andati a buon fine per mancanza di medici in base agli obbiettivi prefissati. 

Vedi: Il fallimento delle 'squadre' di medici a domicilio lombarde, attive solo 46 su 200
Fonte: cronaca agi


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