Dmitry Peskov, rispondendo ai giornalisti, ha dichiarato che «nessuno ha preso tale iniziativa» – Inoltre, «difficilmente ci si può aspettare che Parigi svolga un ruolo di mediazione» poiché è «schierata»
«Difficilmente ci si può aspettare che Parigi ora svolga un ruolo di mediazione, perché è effettivamente schierata con una delle parti in conflitto. Inoltre, è coinvolta direttamente e indirettamente nel conflitto dalla parte dell’Ucraina». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rispondendo ai giornalisti quando gli è stato chiesto se la Russia potrebbe prendere in considerazione il possibile piano di pace di Parigi per l’Ucraina. «È difficile immaginare qualsiasi tipo di sforzo di mediazione per ora».
Venerdì, dopo la visita in Cina del presidente francese Emmanuel Macron, in una dichiarazione congiunta il presidente cinese Xi Jinping si è impegnato a «sostenere qualsiasi sforzo per riportare la pace in Ucraina». I due Paesi «si oppongono agli attacchi armati contro le centrali nucleari e altri impianti nucleari pacifici» e sostengono l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) «per garantire la sicurezza dell’impianto di Zaporizhia». Il giorno precedente, a Pechino, Macron aveva esortato Xi a «far rinsavire» la Russia in merito all’Ucraina, durante un incontro che si è concluso con un appello ai colloqui di pace.
Ieri Macron, in un’intervista a Les Echos al termine del suo viaggio in Cina, ha dichiarato: «Penso che la Cina faccia la nostra stessa osservazione, vale a dire che oggi il tempo è militare. Gli ucraini resistono e noi li aiutiamo. Non è il momento delle trattative, anche se le prepariamo e dobbiamo piantarne le basi. Questo è lo scopo del dialogo con Pechino: consolidare approcci comuni. Il presidente francese è convinto che tali approcci contemplino «il sostegno ai principi della carta delle Nazioni Unite», ma anche «un chiaro promemoria nucleare». Inoltre, ha aggiunto, «spetta alla Cina trarre le conseguenze dal fatto che Putin abbia dispiegato delle armi nucleari in Bielorussia pochi giorni dopo che si era impegnato a non farlo».
Una tregua per la Pasqua ortodossa? «Nessuna proposta»
Questa mattina, nel suo aggiornamento quotidiano sull’andamento del conflitto, l’Istituto per lo studio della guerra (ISW) scriveva che Mosca potrebbe cercare di sfruttare l’imminente festività della Pasqua ortodossa, il 16 aprile, per ritardare la prevista controffensiva ucraina, chiedendo un cessate il fuoco in nome del rispetto della Chiesa ortodossa. Il centro studi statunitense ricordava pure che il Cremlino aveva rifiutato un cessate il fuoco in occasione della Pasqua ortodossa del 2022 «per non dare tregua ai nazionalisti di Kiev» durante la battaglia di Mariupol. Tuttavia, commentava il think-tank, questa volta Mosca potrebbe agire diversamente per avvantaggiare le truppe russe con una «pausa» per consolidare i progressi ottenuti nell’area di Bakhmut e prepararsi all’attesa controffensiva ucraina di primavera.
Ma il portavoce del Cremlino ha anche escluso questa ipotesi. «Nessuno ha avanzato l’idea», ha chiarito Peskov rispondendo ai giornalisti. «Nessuno ha preso una tale iniziativa. Non l’hanno proposta. E non ci sono ancora iniziative in tal senso. Ma, la Settimana Santa è appena iniziata; non dimentichiamo che la Russia ha già presentato una tale iniziativa e l’ha messa in atto, ma si è scontrata con la riluttanza del regime di Kiev» (il patriarca di Mosca Kirill aveva proposto una tregua natalizia a gennaio).
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