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Il Covid travolge l'India ma non ferma il cricket dei ricchi

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AGI – E’ il torneo di cricket più ricco del mondo e la sesta competizione sportiva per valore economico dietro al football americano e al calcio europeo: l’India piegata dal Covid però ora si ribella alla Indian Premier League (Ipl), il campionato di due mesi che non è stato interrotto nemmeno ora che nella seconda ondata della pandemia i contagi giornalieri superano quota 300mila, con gli ospedale del Paese al collasso e senza ossigeno e i crematori in funzione 24 ore su 24.

La finale il 30 maggio

Il torneo coinvolge otto franchigie indiane che si contendono all’asta i migliori giocatori del mondo e dovrebbe concludersi con la finale del 30 maggio a Ahmedabad. Nel 2019 l’Ipl aveva traslocato negli Emirati arabi per l’emergenza Covid ma quest’anno gli organizzatori lo hanno confermato in sei località indiane, sia pure a porte chiuse, con bolle bio-sicure e regole rigorose sulla quarantena. In questa 14ma edizione sono già state disputate una ventina di partite e si va avanti a giocare a New Delhi e Ahmedabad, ma ora crescono le pressioni per uno stop, anche come segno di rispetto per le vittime.

Il boicottaggio del New Indian Express

Il New Indian Express, un giornale di Chennai, ha sospeso la copertura dell’Ipl “fino a quando la situazione sarà tornata a una parvenza di normalità”. “In un momento così tragico è assurdo che il Paese ospiti il festival del cricket al riparo delle bolle bio-sicure”, ha scritto.

Il costo economico di un stop

Fermare il torneo avrebbe pesanti ripercussioni economiche: solo i diritti televisivi valgono 2,5 miliardi di dollari e l’Ipl dà lavoro migliaia di persone. A ottobre in India è anche in programma la Coppa del mondo T20. 

“Distrazione per chi è chiuso in casa”

Pat Cummins, il campione australiano che era stato l’acquisto più costoso nell’asta del 2020, ha spiegato che secondo il governo indiano “giocare l’Ipl offre poche ore di gioia e svago alla popolazione costretta in lockdown”. Gli organizzatori si sono detti fiduciosi che le bolle garantiranno la sicurezza degli atleti e hanno osservato che “le partite offrono una distrazione quanto mai necessaria dalla tristezza che ci circonda”. Non è escluso che si possa ricorrere a impianti di riserva a Hyderabad e Indore, in regioni più sicure, se la situazione a New Delhi dovesse peggiorare.

C’è chi dice no

Qualche giocatore ha già scelto autonomamente di lasciare il torneo, come gli australiani Adam Zampa, Kane Richardson e
Andrew Tye o la stella indiana dei Delhi Capitals, Ravi Ashwin, che ha scelto di stare vicino alla sua famiglia.

Uno spettacolo globale

L’Ipl appassiona l’intero Commonwealth con radio e tv collegate e piogge di scommesse dall’Asia all’Oceania, dalla Gran Bretagna ai Caraibi. Nel torneo Twenty20 gioca l’elite 
del cricket mondiale come l’icona indiana Virat Kohli e l’all-rounder inglese Ben Stokes. Ognuna delle otto squadre può ingaggiare un massimo di otto giocatori stranieri (non indiani), ma non più di quattro possono essere selezionati in un XI di partenza. Le prime quattro squadre entrano nei play-off e si contendono i due posti per la finale.
I grandi favoriti sono i campioni in carica dei Mumbai Indians, cinque volte vincitori del titolo: il loto è una sorta di dream team con lo spinner indiano Piyush Chawla (il battitore o wicket-taker con i numeri migliori nella storia dell’Ipl) che si unisce a un attacco di bowling stabilito che comprende i seamers Trent Boult dalla Nuova Zelanda e l’indiano Jasprit Bumrai. 
 

Source: agi


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