AGI – Il Covid ha rivoluzionato anche l’uso degli ‘emoji’ sui social. Secondo un’indagine condotta dal brand di telefonia franco-cinese Wiko, le ‘faccine gialle’ con la mascherina e quelle ‘disperate’ (51%) hanno sopravanzato nel periodo quello ottimistiche dell’arcobaleno o delle mani giunte. Durante il lockdown e in altri particolari momenti storici ci sono stati veri e propri emoji trend: una sorta di racconto parallelo di ciò che è stato vissuto nella vita reale. Mentre infatti le emoji vengono generalmente (84%) impiegate per esprimere emozioni positive, in questo caso la situazione, in quarantena, si è ribaltata.
Le emoji, ormai così famose da essere celebrate ogni 17 luglio con il World Emoji Day, sono lo specchio della nostra società digitale secondo il 90% degli intervistati. La scelta del simbolino sui social o in chat, come suggerisce il suo significato, è spesso preferita ad una parola o ad una frase (57%).
La loro velocità e universalità rappresenta la traduzione di un’emozione e la loro condivisione, così istantanea, permette di sentirsi subito parte di una comunità. Proprio per questo, il lancio di nuove faccine, sempre più frequente e al passo con i tempi, è accolto con entusiasmo dal 58% degli utenti, così come l’inserimento delle emoji dedicate alla diversity rappresenta un punto di svolta, in positivo, e amplifica le possibilità di comunicazione per il 66% dei rispondenti.
La fortuna delle “faccine gialle” inizia nel 1997 in Giappone quando questi simboli pittografici hanno cominciato, pian piano, ad avvalorare o a sostituire l’utilizzo delle parole negli SMS, nelle chat, nei forum e nei social network diventando così lo specchio della nostra società digitale.
Alto il rischio ‘incomprensioni’
Seppur nel mondo digitale, un’emoji valga più di mille parole e sia sempre valida (55%) sempre per gli intervistati ci sono però determinati utilizzi e contesti off-limit. Ad esempio con una faccina non si può raccontare l’arte, una canzone o le trame di libri (52%) e se non utilizzate in maniera corretta sono motivo di incomprensioni all’ordine del giorno secondo il 72% dei rispondenti al sondaggio.
E per finire, pensavate che le emoji fossero roba da Millenial? Beh è falso perché secondo il 36% degli utenti le faccine gialle azzerano anche il “gender gap”.
Vedi: Il coronavirus ha rivoluzionato anche l'uso degli emoji
Fonte: lifestyle agi