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Il coronavirus costerà 5 punti di Pil nel primo trimestre

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Una caduta del Pil di 5 punti percentuali nei primi tre mesi del 2020, un crollo della produzione industriale del 15% in marzo e di circa il 6% nella media del primo trimestre: sono le stime fornite dall’ultimo bollettino economico della Banca d’Italia che misura le “significative ripercussioni” sull’attività economica della diffusione dell’epidemia di coronavirus.

Le misure adottate per farvi fronte – spiega Bankitalia – avranno “un forte impatto negativo sull’attività economica nei primi tre mesi dell’anno, particolarmente marcato nel settore dei servizi”. E il protrarsi delle norme di contenimento “comporterà verosimilmente una contrazione del prodotto anche nel secondo trimestre, che dovrebbe essere seguita da un recupero nella seconda parte dell’anno”. 

​Ogni settimana di lockdown infatti, sottolinea via Nazionale, ci “costa” lo 0,5% del Pil. Per l’intero anno 2020 il Pil italiano dovrebbe contrarsi del 6%: una tale stima, rileva Bankitalia, “sarebbe coerente con l’ipotesi di un rapido ritorno, nella seconda parte dell’anno, verso i precedenti livelli di produzione”.

Nel Bollettino economico, viene sottolineato che contrazioni più rilevanti – come ad esempio il -9% stimato dall’Fmi – “potrebbero verificarsi in uno scenario in cui si aggravassero gli sviluppi nell’economia internazionale, anche alla luce dell’evoluzione negli Stati Uniti, e nell’ipotesi di effetti più prolungati sulla fiducia e i redditi dei consumatori e sull’attività nei settori del commercio, del turismo e dei viaggi”. 

L’epidemia sta avendo naturalmente “forti ricadute” anche sull’occupazione: in Italia “il ricorso alla Cassa integrazione guadagni dovrebbe avere attenuato nel mese di marzo l’impatto dell’emergenza sanitaria sul numero di occupati. Nel secondo trimestre l’occupazione potrebbe però
contrarsi in misura più marcata, risentendo del mancato rinnovo di una parte dei contratti a termine in scadenza”. 

Ma il quadro tracciato da Bankitalia non è solo a tinte fosche: indubbiamente, il coronavirus ha trascinato l’Italia in una situazione di crisi che peraltro “ha colpito il sistema produttivo quando era già in atto un rallentamento dell’attività economica e in presenza di un alto debito pubblico”. Si rileva anche che i fondamentali sono migliori rispetto alla grave crisi precedente, quella del 2008. Anche le famiglie affrontano l’attuale congiuntura “con una solidità finanziaria maggiore rispetto a quella che aveva alla vigilia della crisi del debito sovrano” ma sono colpite da una profonda sfiducia alimentata dal clima di incertezza.  

Quanto alle banche italiane “si trovano ad affrontare il deterioramento dell’economia” legato al coronavirus “partendo da condizioni patrimoniali e di liquidità più robuste che in passato e disponendo di una migliore qualità dell’attivo”. “Il tasso di deterioramento dei prestiti – aggiungono gli esperti di Bankitalia – è su livelli storicamente molto bassi sia per le famiglie sia per le imprese”.

Infine la ricetta per ripartire: ​”saranno cruciali tempestività ed efficacia delle misure di politica economica in corso di introduzione in Italia e in Europa”, concludono gli esperti di palazzo Koch.

Vedi: Il coronavirus costerà 5 punti di Pil nel primo trimestre
Fonte: economia agi


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