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Il borshch è diventato patrimonio Unesco

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AGI – L’Unesco ha iscritto la cultura che circonda la zuppa di barbabietola, conosciuta come borshch in Ucraina, nella sua lista del patrimonio culturale in via di estinzione, un riconoscimento richiesto con urgenza da Kiev dopo l’invasione da parte della Russia, che ha sempre contestato la paternità ucraina del piatto. L’Ucraina ritiene il borshch un piatto nazionale, anche se è molto apprezzato anche in Russia e in altri Paesi dell’ex Unione Sovietica e in Polonia.

La cultura ucraina del borshch “è stata iscritta nell’elenco dell’Unesco del patrimonio culturale immateriale che necessita di urgente salvaguardia“, ha affermato un comitato dell’Agenzia Onu per la cultura.

La decisione è stata approvata dopo un processo accelerato, spinto dall’invasione russa del Paese e dall'”impatto negativo su questa tradizione” causato dalla guerra, ha affermato l’Unesco. Kiev ha salutato la mossa come una vittoria sul fronte culturale dopo quattro mesi di bombardamenti russi.

La vittoria nella guerra del borshch è nostra”, ha esultato su Telegram il ministro della Cultura ucraino Oleksandr Tkachenko, aggiungendo che l’Ucraina “vincerà sia nella guerra del borshch che in questa guerra”.

“L’ucraino Borshch derussificato!”, ha twittato Emine Dzhaparova, viceministro degli Esteri. Mosca ha criticato la decisione dell’Unesco: la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova – che in passato ha accusato Kiev di aver cercato di appropriarsi della zuppa – ha denunciato il “nazionalismo” della ex repubblica sovietica.

“Per dare al mondo un esempio culinario del ‘nazionalismo moderno di Kiev’, citerò un fatto”, ha scritto su Telegram la portavoce, “hummus e plov (piatto di riso di origini turche) sono riconosciuti come piatti nazionali di diverse nazioni. Ma da quello che capisco tutto è oggetto di ucrainizzazione”.