AGI – Si è aperta la settimana che potrebbe essere decisiva per la nuova Alitalia. Non sarebbe previsto, secondo quanto si apprende, alcun incontro tra il governo italiano e la commissaria alla concorrenza Ue Margrethe Vestager ma prosegue il lavoro sotto traccia, con i tavoli tecnici che non hanno mai smesso di lavorare, per trovare le soluzioni che vadano bene sia a Roma che a Bruxelles. Anche se da quanto trapela permangono ancora alcuni nodi da sciogliere riguardanti in particolare gli slot e gli asset da mettere a gara. Intanto, sempre secondo quanto si apprende, mercoledì i sindacati incontreranno il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini.
E’ stato lo stesso ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti a dire che per il decollo di Ita sono giorni cruciali. “Io penso che questa sarà una settimana decisiva. Anche perché sono attese per la fine di aprile anche le sentenze per gli aiuti di Stato”, ha spiegato intervenendo alla scuola di formazione politica della Lega. “Questa trattativa” con la commissione europea “auspico che porti a una soluzione positiva”, ha continuato. “Se fossimo stati proni alle richieste dell’Ue la trattativa si sarebbe chiusa tre mesi fa”, ha sostenuto.
Intanto prosegue il duello a distanza con l’Ue. Oggi da Bruxelles hanno ribadito che la situazione di Alitalia rispetto a quella di altre compagnie aeree come Air France e Lufthansa “e’ completamente diversa” e “chi dice il contrario ignora, o fa finta di ignorare, elementi oggettivi” in quanto “Air France e Lufthansa erano in salute prima del Covid” e “lo stesso non vale per Alitalia”. Fonti vicine al dossier sostengono che la soluzione non è ancota vicina. I nodi principali restano la discontinuità economica, il marchio, il programma di fedeltà e il perimetro aziendale. L’obiettivo è una newco che non sia la semplice riedizione della compagnia aerea di bandiera arrivata già in crisi allo scoppiare della pandemia. Rimangono cruciali anche la questione del personale, con la Commissione che spinge perché non sia lo stesso di Alitalia, e quella degli slot, che devono essere proporzionali al numero di aerei della nuova compagnia, che altrimenti rischierebbe di violare in partenza le regole Ue. La soluzione, assicura la fonte, si gioca su un equilibrio tra più parametri.
L’esatto contrario di quello che sostengono i sindacati. Alitalia era in amministrazione straordinaria e di conseguenza compararla con Lufthansa e Air France non è corretto. “Alitalia è in amministrazione straordinaria dal 2 maggio del 2017 – spiega Salvatore Pellecchia, segretario generale Fit Cisl – la situazione di Alitalia ante-Covid non è comparabile perché la società era in amministrazione straordinaria che significa non poter attivare piani di risanamento e di sviluppo, politiche commerciali, né fare ripartizioni di offerte commerciali all’interno dell’alleanza. Mentre prima del 2 maggio 2017 era in mano ai privati. I commissari non hanno potuto rimettere in sesto l’azienda perché non era nelle loro prerogative”.
Giorgetti ha spiegato che “la nuova compagnia sarà molto diversa, molto più ristretta per rotte e velivoli, non potrà avere in sé tutte le parti che aveva prima“. “E’ in corso un confronto confronto molto serrato con la commissione europea da parte del governo italiano”. Il governo auspica, ha aggiunto, che si arrivi alla formazione di una “compagnia che possa essere competitiva, che abbia una prospettiva” ridotta rispetto alla ex Alitalia, “ma che sia destinata nel corso del tempo ad espandersi. E’ oggettivamente un braccio di ferro in cui ciascuno porta le proprie ragioni”.
Il braccio di ferro descritto dal ministro quindi prosegue. I nodi ancora da sciogliere sono quelli riguardanti brand, la cessione degli slot e il trasferimento degli asset. Una delle rinunce più dolorose che la nuova compagnia dovrà fare, oltre al nome, riguarderà anche il marchio.
Almeno all’inizio, poi se le cose andranno bene, Ita potrà partecipare a una gara per riconquistare il vecchio nome. Gli aerei saranno 45 contro gli attuali 104. I dipendenti dovrebbero diminuire di quasi un quarto a poco meno di 3.000 rispetto agli attuali 11.000.
L’aviation dovrebbe passare da Alitalia a Ita senza gara a differenza di manutenzione ed handling. Insomma, un’Alitalia ‘bonsai’, ridotta, almeno in termini di personale, di quasi tre quarti, con un nome diverso (Ita) e un altro marchio. L’impatto occupazionale è quello che più spaventa i sindacati tanto che Giorgetti ha ribadito di essere al lavoro con il collega titolare del ministero del Lavoro Andrea Orlando per un piano di ammortizzatori sociali e formazione professionale e politiche attive.
Source: agi