Si è svolto presso il Ministero della Cultura il seminario dal titolo “Musica e intelligenza artificiale: opportunità, rischi e la sfida della regolamentazione”. A promuoverlo il MiC su iniziativa di SIAE (Società Italiana Autori ed Editori) e FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana). Davanti a una platea di associazioni del mondo della musica e non solo, il sottosegretario di Stato alla Cultura con delega alla Musica e al relativo Diritto d’autore, Gianmarco Mazzi, ha aperto il convegno con un pensiero rivolto a due grandi della sfera musicale italiana: “Oggi è il 25 marzo. Vorrei fare gli auguri a Mina che compie gli anni. Oggi è anche l’anniversario della nascita del maestro Toscanini, due giganti della nostra cultura e mi sembra giusto ricordarli proprio qui”. Mazzi ha proseguito spiegando i motivi per i quali è stato organizzato questo incontro, che tratta lo spinoso tema della convivenza tra musica e intelligenza artificiale e su come questa è regolamentata: “L’IA è una tecnologia che ci ha già fatto capire che rivoluzionerà le nostre vite” ed è importante parlarne perché va “disciplinata in modo condiviso” affinché “non diventi una tecnologia che va a vantaggio di alcuni e a danno di altri”. Il sottosegretario vorrebbe rendere ciclico questo appuntamento perché “l’intelligenza artificiale impone anche che i momenti di approfondimento vadano di pari passo con il suo progresso”. Prima di passare la parola ai relatori, Mazzi ha fatto ascoltare un paio di brani musicali in cui un artista ‘ha rappato’ sulle note di un testo, parlando del seminario in corso. Tutto finto. Musica, parole e voce di un cantante inesistente hanno risuonato nella sala e intrattenuto il pubblico. Canzoni create in 3 minuti dall’intelligenza artificiale. Una dimostrazione che il sottosegretario ha voluto presentare perché, come ha detto, “l’ho trovato divertente, ma anche leggermente inquietante”. Il tema centrale del seminario, infatti, è stato la difesa del diritto d’autore e il rispetto della giusta remunerazione dei musicisti e degli artisti in generale. Salvatore Nastasi, presidente SIAE (Società Italiana Autori ed Editori) ha fatto una stima dei danni: “Entro il 2028 gli autori e gli editori mondiali perderanno quasi 22 miliardi di euro di opera creativa, questo è un danno enorme”. La SIAE, “società che rappresenta più di 120mila autori ed editori italiani, ha gli occhi aperti e sarà vigile sulla situazione”, ha spiegato il presidente ritenendo che il disegno di legge appena approvato in Senato sull’intelligenza artificiale stia andando “nella direzione giusta, cioè quella di introdurre delle regole trasparenti sull’intelligenza artificiale applicata al diritto d’autore. Era presente all’evento anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Informazione e all’Editoria, Alberto Barachini, che ha elencato quali sono le regole contenute all’interno del disegno di legge e presenti nell’AI Act, utili a trovare un giusto bilanciamento tra rischi e opportunità dell’IA: “Tutela del diritto d’autore anche dopo l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, creazione di possibilità di capire l’output come è stato generato al livello di input e poi identificazione chiara dei contenuti”. Continuando a rispondere ai giornalisti, ha poi parlato della novità inserita nel Ddl IA: “Un articolo del nostro disegno di legge identifica la nuova fattispecie di reato di DeepFake, che da tutti i punti di vista – sia un materiale editoriale, sia un materiale audio o video – sono un grande rischio anche nel rapporto reputazionale con i cittadini che potrebbero non sapere più cosa è reale, cosa è umano, cosa è una responsabilità umana e cosa invece è algoritmico e solo frutto di tecnologia”. Un altro rischio di cui ha parlato, che riguarda non solo il settore musicale, è quello della pirateria. Infine, ha concluso, “la SIAE ha già condotto un importante confronto/scontro con i grandi Over The Top per difendere il diritto d’autore dei creativi”, come “anche l’AGCOM per riconoscere il diritto d’autore nei confronti degli editori italiani” e “il governo italiano è al loro fianco” per supportare le loro battaglie. “La musica – ha affermato – è un bene materiale e immateriale che va difeso nella sua sostenibilità non solo creativa, ma anche finanziaria ed economica”. Durante il seminario è intervenuto anche, in un collegamento in diretta, Gigi D’Alessio, artista che, come ha sottolineato lui stesso, ha dedicato la sua vita alla musica, studiando 10 anni di conservatorio e facendo molti sacrifici. E teme che i giovani musicisti potranno avere delle “grosse difficoltà” perché se si ha “una macchina che lavora al posto mio, vuol dire che non farò nulla”. Poi si è chiesto: “Che fine faranno i Mogol, i Migliacci, i Baglioni? Cioè autori che hanno scritto canzoni che cantiamo tutti e che stanno nel nostro DNA. Non è mancato l’intervento di Pasquale Stanzione, presidente del Garante per la protezione dei dati personali, che definisce l’IA un “pappagallo stocastico” non in grado di “formulare una domanda, ma di dare solo risposte prefabbricate”. Stanzione mette in relazione la creatività degli autori con la protezione dei dati personali, due concetti che apparentemente sembrano distanti, ma che in realtà sono collegati perché, ha spiegato, “il fatto che un autore crei una determinata opera significa che egli sta dando una parte dei propri dati personali, dunque la creatività significa che noi stiamo discorrendo della identità personale dell’autore”. E questo vuol dire che “l’autore debba godere della protezione enorme che il GDPR”, il Regolamento generale sulla protezione dei dati, oltre che dall’AI Act, di cui almeno un ramo del Parlamento ha approvato la legge delega di attuazione”. L’originalità e la creatività, ha concluso, “spettano sempre all’autore umano”. (AGI)
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