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I primi 20 anni di Facebook

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La creatura di Mark Zuckerberg, nata in un dormitorio di Harvard, è cresciuta negli anni diventando (anche con le acquisizioni di Instagram e Whatsapp) un vero gigante di nome ‘Meta’

AGI – Da ‘elenco fotografico online’ degli studenti di Harvard a gigante della tecnologia e della pubblicità su Internet: Facebook, la piattaforma guidata da Mark Zuckerberg, compie oggi 20 anni. Il 4 febbraio 2004 è la data ufficiale in cui venne lanciato ‘TheFacebook’, creato dall’allora diciannovenne studente americano, insieme ad alcuni suoi compagni di dormitorio, nel prestigioso college di Boston. Il nuovo social, che promette nuove connessioni e relazioni, conquista rapidamente molte università americane diffondendosi a macchia d’olio tra i giovani di tutto il Paese. Quello è anche l’anno in cui il giovane imprenditore si trasferisce nella Silicon Valley e in cui riceve 500.000 dollari dall’investitore Peter Thiel, la prima iniezione di fiducia per lo sviluppo del progetto. L’anno successivo, poi, arrivano i 12,7 milioni di dollari dal fondo Accel Partner che cambiano per sempre il destino di Zuckerberg e dei suoi collaboratori. Rinominato semplicemente ‘Facebook’, il social network stuzzica anche l’appetito di Viacom e Yahoo, che nel 2006 tentano di acquistarlo rispettivamente per 1,5 e 1 miliardo di dollari, senza riuscirci
A metà del 2008, Facebook conta già 100 milioni di iscritti, spodestando MySpace come il più grande social network dell’epoca. La piattaforma lancia velocemente le sue versioni in lingua spagnola, tedesca e francese e l’anno successivo appare sugli smartphone con la sua prima app. Con 300 milioni di utenti nel settembre 2009, l’azienda dichiara di generare abbastanza denaro per coprire i costi operativi. Alla fine di quell’anno, però, arrivano anche i primi problemi: le organizzazioni per i diritti online citano in giudizio Facebook per violazione della privacy. In risposta alla causa, nel 2010 Zuckerberg ammette la paternità da parte dell’azienda di alcuni “errori” e alla fine del 2011 il network firma un accordo con le autorità statunitensi.
Il film
La pellicola di David Fincher “The Social Network” esce nell’ottobre 2010 e rilancia la popolarità (anche negativa) della piattaforma e del suo creatore. Il film, oltre a ritrarre Zuckerberg come un genio dell’informatica, sottolinea e rimarca il suo ‘tradimento’ nei confronti di alcuni dei suoi colleghi che dividevano con lui le giornate ad Harvard, in particolare dei gemelli Winklevoss, con i quali aveva sviluppato l’idea alla base di Facebook. L’anno successivo, il tribunale approva un accordo, tra le parti, di 65 milioni di dollari, un ‘risarcimento’ che trova spazio in tutti i principali media di tutto il mondo. Nel dicembre del 2010, allo stesso tempo, Zuckerberg si riscatta ottenendo dalla rivista ‘Time’ il riconoscimento di “Uomo dell’anno” per aver “trasformato il modo in cui viviamo ogni giorno”. Nel 2011, la piattaforma svolge un ruolo chiave nelle proteste della Primavera araba e, in futuro, influenzerà molte delle grandi rivoluzioni in giro per il globo.
Nel 2012 la famiglia si allarga. Facebook acquisisce l’app di condivisione di foto, Instagram, per 1 miliardo di dollari. Nel 2014 è il turno dell’app di messaggistica WhatsApp, comprata per 19 miliardi di dollari. Le due app oggi sono tra le più usate e diffuse. Il 18 maggio 2012, Facebook raccoglie 16 miliardi di dollari nella più grande IPO mai realizzata da un’azienda tecnologica, con una valutazione di 104 miliardi di dollari. Alla fine di quell’anno, Facebook supera anche il miliardo di utenti. Nel 2016, viene accusato di aver permesso a Mosca di influenzare le elezioni statunitensi e torna a essere il bersaglio di politici e commentatori. Centinaia di falsi profili russi acquistano pubblicità per aumentare tensioni e malcontento prima delle elezioni presidenziali, in cui Donald Trump risulterà poi vincitore. Nel 2018 scoppia lo scandalo “Cambridge Analytica”: la società britannica recupera, a loro insaputa, i dati di 50 milioni di utenti di Facebook per promuovere la vittoria di Trump. In seguito a queste rivelazioni, nell’aprile 2018 Mark Zuckerberg prometterà al Congresso degli Stati Uniti di voler combattere, più efficacemente, fenomeni terribili come la disinformazione e l’hate speech.
La conversione in Meta è l’altra grande rivoluzione del progetto di Zuckerberg. Alla fine del 2021, la società cambia nome riprendendo la parola greca che significa “oltre”. La volontà è quella di guardare al futuro tra visori ottici, realtà virtuale e Metaverso, così caro allo stesso Zuckerberg. Facebook, oggi sempre più dimenticato dai giovanissimi in favore di Instagram e TikTok, ha ammesso che solo nel febbraio 2022 ha perso un milione di utenti attivi giornalieri. Tuttavia, in quella data, può ancora affermare di contarne, tra gli attivi, ben 1,96 miliardi, circa un quarto della popolazione mondiale. Dopo aver annunciato un calo degli utili e un rallentamento della crescita, giovedì 3 febbraio 2022 Meta si è trovata ad affrontare un momento critico, la perdita di più di un quarto del suo valore in Borsa, oltre 200 miliardi di dollari, un record, allora, per Wall Street. La caduta è continuata per tutto l’anno, prima di uno spettacolare rimbalzo nel 2023. All’inizio del 2024, il gruppo ha raggiunto una capitalizzazione di mercato di oltre 1.000 miliardi di dollari.
Per competere con X (ex Twitter), in fermento dopo l’acquisizione da parte del miliardario Elon Musk, Meta lancia l’app Threads nell’estate del 2023. Infine, dallo scorso novembre, Facebook e Instagram offrono una versione senza pubblicità, con un abbonamento a pagamento (tra i 10 e i 13 euro al mese) volto a quelle persone che non vogliono dare accesso ai propri dati personali. Insomma, un lungo viaggio quello di Facebook che, a 20 anni suonati, cerca ora una nuova maturità e, forse, l’ennesima metamorfosi.