Lotta alla burocrazia – Dove andare a tagliare non dovrebbe essere difficile da capire per i tecnici. Ogni ministero, ad esempio, ci costa ogni anno 283 miliardi (compresi gli stipendi) di cui 108 solo per la parte burocratica. E proprio la burocrazia è finita nel mirino di Guerrini che ha ricordato alcuni dati degli ultimi anni: “Si sono succedute 5 proposte di riforma fiscale ma, contemporaneamente, il peso delle tasse è cresciuto di oltre 4 punti, passando dal 40,8% del Pil nel 1994 al 45,1% nel 2012. E, al netto dell’economia sommersa, la pressione fiscale effettiva è lievitata al 53,7%. Sono numeri impressionanti: basti pensare che quest’anno il Pil cresce di 8 miliardi, le entrate fiscali di 46”, ha sottolineato. Si deve intervenire anche sul fronte del costo del lavoro e della burocrazia. Sul primo, ha affermato, “pesa una tassazione pari al 47,6%, vale a dire 12 punti in più rispetto alla media del 35,3% registrata nei Paesi Ocse”. La semplificazione della burocrazia, ha invece ammonito, “è una bandiera agitata non si sa piu’ quante volte; eppure oggi gli oneri amministrativi pesano sulle aziende italiane per 23 miliardi l’anno, pari a 1 punto e mezzo di Pil. Ogni impresa deve dedicare a pratiche e scartoffie 86 giorni l’anno. Soltanto in questa legislatura sono state varate 222 norme fiscali ad alto tasso di complicazione, una ogni sei giorni”.
fonte: liberoquotidiano.it