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I mille modi per ottenere il reddito di cittadinanza senza averne diritto

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AGI – C’è anche la figlia di una persona coinvolta nell’omicidio di camorra del giornalista Giancarlo Siani tra gli oltre 1.200 percettori indebiti del reddito di cittadinanza nel Napoletano, scoperti da una inchiesta bis. Dalle indagini dei carabinieri, partite da una serie di controlli che hanno abbracciato un arco temporale da novembre 2021 fino a oggi, è emerso un danno per lo Stato di sei milioni e mezzo di euro.

Nell’inchiesta del 2021 erano state 2441 le persone che avevano indebitamente percepito il beneficio, questa volta sono 1204, 651 le posizioni irregolari, e 553 persone denunciate per truffa ai danni dello Stato. Il conto totale del danno per lo Stato ammonta a 6.557.931,86 di euro. I controlli hanno riguardato 1167 nuclei familiari e 2300 persone.

La provincia napoletana è stata divisa dagli inquirenti in 3 ‘porzioni’: Napoli città insieme a Pozzuoli, Monteruscello, Quarto, Monte di Procida, Bacoli, Ischia, Procida; comuni della provincia a Nord; comuni a Sud del capoluogo (Vesuviano lungo la costa, area di Torre Annunziata, Torre del Greco, Volla, Ercolano, Cercola, penisola sorrentina, Castellammare di Stabia e Capri).

Maglia nera appartiene di diritto alla provincia Nord orientale del capoluogo con il dato di Marano che copre più di un terzo degli oltre 6 milioni di euro di totali. Ben 2.789.602,62 di euro sono stati versati nelle tasche di persone residenti in quell’area che non avevano alcun diritto al reddito di cittadinanza; 125 il numero delle persone denunciate, di queste 101 hanno pregiudizi penali.

Al secondo posto, persone residenti delle municipalità 1 e 2 di Napoli (quartieri San Ferdinando, Chiaia, Posillipo, Montecalvario, San Giuseppe, Avvocata, Mercato, Pendino e Porto). In questa parte della città il bilancio parla di 916.520,43 euro di danno all’erario, con 160 persone segnalate per la revoca del beneficio.

Nell’area Sud del capoluogo, l’ammanco ammonta a 287.927,99 euro. Peggiore della classe l’area stabiese nella quale sono stati rilevati crediti nei confronti dello Stato per 95.175,02 euro. Denunciati per truffa aggravata 129 cittadini di nazionalità romena, residenti in diverse municipalità di Napoli che non risiedono in Italia da 10 anni, 2 dei quali continuativi e che hanno percepito indebitamente circa 700 mila euro, scoperto grazie allo sviluppo di una anomalia segnalata dall’Inps.

A Qualiano denunciati 45 cittadini stranieri: un danno per le tasche dei contribuenti pari a 360 mila euro. Tutti gli indagati risponderanno di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e sono ancora in corso ulteriori indagini per individuare altri lati oscuri della vicenda.

Curioso il caso del titolare di un alimentari di Ponticelli, lo scorso gennaio balzato agli onori della cronaca dopo che una trasmissione televisiva lo aveva scoperto a fornire ai clienti un servizio di prelievo contanti. La tessera di pagamento abbinata alle somme ricevute con il rdc permette un tetto massimo di prelievo giornaliero variabile in base al numero di componenti del nucleo familiare e difficilmente supera i 200 euro al giorno; il salumiere invece passava al Pos la tessera e fingeva un acquisto di merce di una cifra che generalmente superava il limite giornaliero. Non riempiva però il carrello dell’acquirente ma restituiva in contanti la somma strisciata, trattenendo il 15% per il servizio offerto. I carabinieri lo hanno denunciato e sequestrato il locale perché aperto senza l’autorizzazione comunale.

Un 51enne di Scampia già noto alle forze dell’ordine nella cui abitazione nella “Vela Gialla” fu trovata una pistola con matricola abrasa e colpo in canna insieme a 21 mila euro in contanti ora ha anche una denuncia a piede libero per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Un 47enne noto con un dipendente ‘in nero’ percepiva da tre anni il reddito di cittadinanza: un beneficio illecito di circa 16 mila euro.

A Pozzuoli 12 persone che arrotondavano con il reddito di cittadinanza gli introiti illegali ottenuti facendo i parcheggiatori abusivi. Sequestrato anche il libretto postale di uno di questi al cui interno erano depositati quasi 13mila euro. A Pomigliano D’Arco le mogli di due pregiudicati in carcere, uno di questi per reati di associazione di tipo mafioso, hanno richiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza omettendo di dichiarare nella domanda lo status detentivo dei compagni.

Un uomo di nazionalità romena ha richiesto il reddito due volte, una volta inserendo la residenza nel comune di Napoli, la seconda in quello di Marano. Quando si è presentato in posta per ritirare la carta di prelevamento ha consegnato documenti falsi. Anche per lui una denuncia e il blocco immediato della procedura di erogazione.

Nel comune di Boscoreale, un controllo ad uno dei cantieri della città ha consentito di accertare 3 percezioni indebite. Tanti sono infatti gli operai al lavoro, pagati regolarmente dal loro titolare ma comunque beneficiari del reddito.

La figlia di un uomo ritenuto coinvolto nell’omicidio del giornalista Giancarlo Siani a Marano ha ottenuto circa 8500 euro senza alcun titolo. Tenace l’ex moglie di un uomo ritenuto vicino al clan Nuvoletta. Dopo la prima revoca del beneficio, la donna avrebbe richiesto nuovamente il rdc in un Caf. I carabinieri sono però riusciti a bloccare sul nascere la domanda, prima che l’istituto previdenziale erogasse la mensilità di sussidio.

Tra i parenti di 28 arrestati a marzo per la gestione di una piazza di spaccio nel Napoletano è emersa anche la percezione indebita del reddito di cittadinanza. Tra i cognomi anche alcune persone imparentate con soggetti legati ai clan Vigilia, Sibillo, Puccinelli, Amodio-Abrunzo. Nella loro domanda non era stata specificata la condizione detentiva del familiare.

A carico di una 36enne ritenuta vicina al clan Lepre sono state accertate 3 istanze di richiesta del reddito in un periodo che va dal 2019 fino all’ultimo trimestre del 2021. Due di queste come beneficiaria indiretta, nonostante fosse in stato detentivo. La donna è stata denunciata e l’inps ha disposto la revoca del beneficio e ha avviato la procedura di recupero di 30 mila euro circa.

Ci ha provato due volte un esponente del clan Elia, operante nel Pallonetto di Santa Lucia a Napoli e ora ai domiciliari. Nel 2021 ha beneficiato del rdc e anche in questo caso carabinieri e Inps hanno proceduto come indicato dalla normativa. Questo non lo ha fermato e nel gennaio di questo anno ci ha riprovato con una nuova domanda. Ovviamente in virtù della precedente revoca l’uomo non ha ricevuto altro denaro oltre i 6mila euro già intascati. Nel quartiere Soccavo i Carabinieri della Compagnia di Bagnoli hanno scoperto che la sorella di un esponente del clan Vigilia ricevesse regolarmente il reddito. È stata denunciata e le è stato revocato il sussidio.

Source: agi


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