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Gli storici antichi si sono a lungo interrogati sulle origini dei vari popoli dell’Italia preromana. I latini senza dubbio sono quelli che hanno destato maggiore interesse, soprattutto per il loro legame con Roma.
La prima attestazione di cui disponiamo si trova nella Teogonia di Esiodo che racconta di come Agrio e Latino siano nati dall’unione di Ulisse e Circe, figlia del sole.
Questa tradizione dunque pone fin da subito un legame con il mondo greco, che si consoliderà con l’ascesa di Roma, chiamando in causa ad esempio i Troiani guidati da Enea, una storia questa risalente al VI secolo a.C. ad opera del poeta Stesicoro. Per arrivare poi fino al I secolo a.C. in epoca augustea, con storici come Tito Livio e Dionigi di Alicarnasso che riportano una massa informe di tradizioni, spesso contraddittorie le une con le altre, caratterizzate da elementi locali. Il mito della lupa che allatta i gemelli, la ripresa del mito di Enea sbarcato in Italia dopo la guerra di Troia, un Ulisse progenitore, fino alla poesia di Virgilio che insieme al lavoro degli storici fanno ordine su tutto questo e avvalorano la tesi di una Roma nata come una citta greca. Attraverso l’archeologia sappiamo con certezza che alle origini dei Latini hanno contribuito i Sabini e gli Etruschi e questa è un’altra delle versioni sull’inizio di una Roma ad opera di Romolo con la chiamata a raccolta di tutti i popoli che vivono sulle sponde del Tevere.