Obsolescenza programmata, ecco come funziona la “scadenza” dei nostri cellulari
I nostri cellulari “scadono”? Si tratta dell’obsolescenza programmata e agisce soprattutto con nuovi aggiornamenti e difficoltà nella riparazione degli smartphone.
A cura di Stefano Gandelli
Spesso i nostri telefoni dopo 2 o 3 anni iniziano a funzionare male, al punto da essere quasi inutilizzabili. Ma come è possibile? C’è una spiegazione scientifica a questo fenomeno? In realtà sì, si tratta della cosiddetta “obsolescenza programmata” (o “pianificata”), cioè una strategia poco etica che definisce il ciclo di vita di un prodotto e spinge il consumatore a gettare il proprio telefono dopo qualche anno in favore di nuovi modelli.
Ma come funziona esattamente questa pratica nata assieme alla società dei consumi? E quali sono le conseguenze?
Il fatto che i cellulari sembrano avere una “scadenza”, quindi, non è solo una nostra percezione ma è una pratica riconosciuta a livello internazionale, tanto che le multe alle grandi multinazionali del settore sono sempre più diffuse. Questo, da una parte, ci porta a spendere molti più soldi e dall’altra crea molti più rifiuti elettronici, tanto che ogni anno diventano rifiuto ben 5,3 miliardi di smartphone, dei quali sono il 20% circa viene effettivamente riciclato.
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Tra l’altro, i telefoni sono realizzati con metalli di estremo valore la cui estrazione e approvvigionamento potrebbero essere sempre più a rischio nei prossimi anni, come ad esempio il coltan.
Fonte: geopop.it/