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capannoniL’ abolizione dell’Imu addolcisce la pillola, ma non troppo. L’abolizione dell’imposta, infatti, se da un lato ha agevolato i terreni e i fabbricati rurali, lasciando soddisfatta la Coldiretti, dall’altro lato, non esentando i capannoni e i laboratori dal pagamento, ha lasciato l’amaro in bocca alle associazioni degli imprenditori come Rete imprese Italia e la Confimi (Confederazione dell’industria manifatturiera italiana e dell’impresa privata). «Siamo delusi perché il governo non ha ritenuto di dover alleggerire l’Imu alle imprese», ha spiegato il presidente di Rete imprese, Ivan Malavasi, «i capannoni, i laboratori, i negozi, le botteghe per quest’anno rimangono equiparati alle abitazioni di lusso e continueranno a pagare fino all’ultimo euro. Apprezziamo però, l’impegno di rendere deducibile dal reddito delle imprese la nuova service tax che scatterà dal 2014». Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Confimi. «Non è ammissibile il mantenimento dell’Imu per le aziende. Il capannone, infatti, sta all’impresa manifatturiera così come l’abitazione principale sta al cittadino, con l’aggravio che, nel primo caso, non si è in presenza di un bene patrimonio, bensì di uno strumento di lavoro necessario per la produzione del reddito sul quale si abbatte una tassazione non più sostenibile». Appare, quindi, diffusa, la sensazione che l’abolizione dell’Imu, con la conseguente introduzione della Service tax, nasconda delle insidie.


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