A Gaza superati i 25mila morti. L’Onu: “70% delle vittime è donna o minore”. Raid israeliano su Damasco. Ucciso il capo degli 007 iraniani dei Guardiani della rivoluzione e due alti consiglieri e due leader dell’organizzazione terroristica islamista
Il ministero della Salute nella Gaza, goveranta da Hamas, ha aggiornato ad almeno 25.105 il bilancio delle vittime uccise nella Striscia da quando è scoppiata la guerra con Israele il 7 ottobre. Una nota del ministero afferma che circa 62.681 persone sono rimaste ferite negli scontri tra le Forze israeliane e i militanti palestinesi.
Onu: “70% è donna o minore”
L’attuale conflitto tra Israele e Hamas ha causato a Gaza quasi tre volte piu’ morti che negli ultimi 15 anni messi insieme. Lo rivela un rapporto di United Nations Women, l’ente per la parita’ di genere dell’organizzazione, secondo quanto riporta Cnn. Le ultime statistiche parlano di piu’ di 24.620 palestinesi uccisi dall’inizio della guerra con Hamas iniziata il 7 ottobre 2023. Il rapporto ha analizzato in particolare l’impatto della guerra sulle donne. Secondo i dati: circa il 70% delle persone uccise sarebbero donne o bambini.
Le donne inoltre nella situazione attuale – spiega il rapporto – non dispongono di acqua e servizi igienico-sanitari adeguati, anche per la gestione dell’igiene mestruale, con un impatto negativo sulla salute mentale e fisica. Inoltre i blackout delle comunicazioni e dell’elettricita’ stanno limitando gravemente i servizi contro la violenza di genere. Complessivamente a Gaza 1,9 milioni di persone (pari all’85% della popolazione totale) sono state sfollate, compreso quello che UN Women stima essere un milione di donne e ragazze, ha affermato l’agenzia.
Secondo il Fondo internazionale di emergenza per l’infanzia delle Nazioni Unite ci sono state quasi 20.000 nascite a Gaza durante l’attuale guerra, con molte madri che hanno sofferto o sono morte durante il parto a causa della mancanza di risorse e strutture.
Ieri il capo dell’intelligence in Siria dei Guardiani della Rivoluzione iraniani è stato ucciso a Damasco in un raid israeliano, insieme ad altri tre Pasdaran. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, sono almeno dieci le persone morte nel quartiere Mezzeh della capitale siriana. Il raid di precisione ha distrutto un palazzo residenziale che secondo fonti locali era usato da consiglieri iraniani e di Hezbollah che sostengono il regime del presidente siriano Bashar al-Assad.
Le immagini giunte da Damasco hanno mostrato una fitta colonna di fumo levarsi dal sito, isolato da ambulanze e soccorritori alla ricerca di sopravvissuti sotto le macerie dell’edificio completamente crollato. La zona ospita anche il quartier generale delle Nazioni Unite, le ambasciate e i ristoranti.
Nuove foto di un tunnel dove sono stati 20 ostaggi
L’esercito israeliano (Idf) ha diffuso altre foto di un tunnel a Khan Yunis, nel Sud di Gaza, dove in precedenza erano stati tenuti degli ostaggi. Secondo la dichiarazione dell’esercito israeliano, il tunnel è lungo circa 830 metri e profondo 20 metri. Le forze di difesa israeliane hanno aggiunto che l’ingresso al tunnel era sigillato e pieno di cariche esplosive, porte scorrevoli e portelli. I soldati che hanno fatto irruzione nel tunnel “si sono scontrati con i terroristi e li hanno combattuti”. “In quel momento non c’erano ostaggi nel tunnel”, ha specificato l’esercito.
L’Idf ha affermato che sono state trovate prove che indicavano la presenza di ostaggi. Sono stati rinvenuti anche reperti dell’intelligence e armi di Hamas.
Secondo le testimonianze, nel tunnel si trovavano circa 20 ostaggi in momenti diversi. Alcuni di loro sono stati rilasciati, altri sono ancora detenuti nella Striscia di Gaza. Il tunnel, riferisce Israele, è situato nel cuore di un’area civile della città e l’ingresso era nell’abitazione di un membro di Hamas. L’Idf stima che nella costruzione del tunnel siano stati investiti milioni di shekel. Il tunnel è stato distrutto.
Hamas chiede la fine dell’aggressione
Hamas ha chiesto la fine dell'”aggressione israeliana” a Gaza e ha affermato che solo il popolo palestinese dovrebbe decidere il futuro del territorio.
“Rifiutiamo categoricamente qualsiasi piano internazionale o israeliano per decidere il futuro della Striscia di Gaza”, scrive il movimento palestinese in un documento che spiega il suo attacco in territorio israeliano del 7 ottobre e in cui ha chiesto la “fine immediata dell’aggressione israeliana”.