Mai rappresentato a teatro, incredibile no? Ci provo io con affetto ma senza timore perchè quello che lui racconta nel cinema, quel dietro le quinte tenero e malinconico io lo conosco bene” racconta all’ANSA Monica Guerritore durante le prove di Ginger e Fred, al Quirino di Roma in prima nazionale dal 16 gennaio poi in tournée con oltre quaranta date.
Suo è l’adattamento, la regia e il ruolo da protagonista, Amalia Bonetti in arte Ginger accanto a Massimiliano Vado che recita Pippo Botticella in arte Fred.
In scena c’è una compagnia di 10 attori per una produzione di Teatro della Toscana, Accademia Perduta/Romagna Teatri, Società per Attori.
“C’è secondo me un combinato disposto: è un titolo di Fellini che crea affetto e mai è stato rappresentato in teatro, curioso per un autore che disegna personaggi brechtiani e racconta condizione e contesto sociale con i tratti umoristici del Marc’Aurelio”, spiega. Non una trasposizione scenica ma una rilettura con al centro il contesto televisivo, il mondo economico che sta intorno. La storia è quella di uno dei capolavori di Fellini, uscito al cinema nel 1986: Amelia Bonetti e Pippo Botticella in arte Ginger e Fred, due ex ballerini un tempo famosi, vengono invitati a partecipare allo show di Natale di una televisione privata. “Accettano intenzionati a tornare in pubblico e a riprendere un amore interrotto anni prima, ma presto si scontrano con i nuovi diktat della tv, le esigenze della pubblicità che li fa lavorare di fretta e senza prove. Il loro è un amore che non si compie perchè lui, Fred, è incompiuto. Da qui quella malinconia lieve che aleggia su tutta la storia”.
Sottolinea Guerritore quanto Fellini fosse “avanti, anticipatore. In Ginger e Fred non c’è polvere del tempo, aveva preconizzato tutto e molti anni prima le stagioni degli show come Il cantante mascherato, Tale e quale ad esempio”. In Ginger e Fred “raccontiamo chi c’è dietro la maschera, chi sono quei professionisti che sognano l’attimo di luce a tutti i costi per stare in tv”.
Il finale sarà lo stesso felliniano? “Mastroianni era triste per la storia che non si compie e Giulietta lo consolò ‘così vuole Federico’. Finale poetico e malinconico”.
Fonte: ANSA