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GREEN BOND: COSA SONO E COME FUNZIONANO

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di Antonino Gulisano

In questi giorni i giovani attivisti per il clima hanno partecipato con Greta Thunberg al corteo di Fridays for Future che si è snodato per le strade di Milano e hanno bloccato gli accessi alla Borsa di Milano con reti di ferro, catene e lucchetti. Così Greta Thunberg, la giovane attivista per il clima svedese, dal palco di Milano al termine del corteo dei Fridays For Future ha gridato al mondo, per chiedere ai potenti di agire subito senza più bla bla bla.
Il Recovery plan next genation, approvato dalla Commissione U. E., ha previsto le emissioni di bond green per potere finanziare i progetti legati alla green economy, con almeno il 25% delle risorse, a sostegno dell’economia reale per affrontare la sfida del cambiamento climatico. Il Piano prevede che le emissioni di Bond green (obbligazioni verdi) durino fino al 2030.
Una presa di coscienza che ha determinato innovazioni anche nel campo economico: sempre più aziende, in autonomia, si propongono di rispettare determinati principi etici e sociali e offrono prodotti finanziari specifici che hanno come finalità proprio la salvaguardia dell’ambiente. Ecco perché, oggi, è importante sapere cosa sono i Green Bond, come funzionano, e quali sono gli effettivi vantaggi ad essi legati.
Cosa sono le obbligazioni verdi?
I Green Bond sono strumenti finanziari innovativi che hanno conosciuto un tasso di crescita straordinario dal 2007 a oggi. Le cosiddette obbligazioni verdi sono di fatto obbligazioni come tutte le altre, la cui emissione è però legata a progetti ed iniziative economiche che hanno un impatto positivo per l’ambiente, e che puntano allo stesso tempo alla riduzione della produzione di agenti inquinanti. Questo strumento permette infatti di finanziare tutta una serie di attività che mostrano evidenti caratteristiche di sostenibilità ambientale come, ad esempio, il trattamento dei rifiuti e quello dell’acqua, iniziative legate alla prevenzione e al controllo dell’inquinamento, infrastrutture per i trasporti che sfruttano fonti di energia alternativa e pulita, utilizzo dei terreni in rispetto dell’ambiente o, ancora, progetti legati all’utilizzo sostenibile dell’acqua o alla sempre più affermata edilizia eco-compatibile.
Il primo Green Bond del mondo è stato emesso sul mercato dalla Bei, la Banca europea degli investimenti, il 4 luglio 2007. A inventarlo è stato un italiano, Aldo Romani, attuale capo del funding sostenibilità della Bei.
Se in principio il nuovo tipo di obbligazioni veniva emesso soprattutto da istituzioni finanziarie sovranazionali, pensiamo alla Banca mondiale o alla Banca europea degli investimenti, come abbiamo visto, pian piano, sul mercato sono arrivati anche titoli emessi da agenzie statali, singole aziende e addirittura municipalità. Allo stato attuale non esiste uno standard universalmente accettato per certificare come “green” una obbligazione.
Prima di tutto, è richiesto di identificare con assoluta chiarezza la destinazione dei proventi frutto dell’emissione, con una selezione attenta del progetto da finanziare o, nel caso, rifinanziare, seguendo specifici procedimenti. Di conseguenza i proventi devono essere vincolati allo stesso progetto selezionato, con il denaro che viene depositato su conto vincolato o trasferito in un portafoglio specifico, o comunque tracciato dall’emittente.
L’International Capital Market Association (ICMA) ha emanate delle linee guida:
– I proventi devono essere vincolati al progetto stesso e non impiegati per altre finalità, anche se simili;
– I soldi che vengono recuperati con l’emissione delle obbligazioni verdi dovranno essere vincolati a un conto corrente, oppure trasferiti in un portafoglio specifico connesso all’emittente;
– Almeno una volta all’anno i proventi legati al progetto dovranno essere rendicontati;
– Il controllo sui documenti e gli investimenti acquisiti dovrà essere seguito da un revisore esterno alla società emittente in modo da certificare il rispetto delle indicazioni precedenti e il raggiungimenti degli obiettivi.
In linea generale, comunque, e volendo esplorare ancor di più il piano squisitamente tecnico, le rivoluzionarie obbligazioni eco-friendly hanno un funzionamento molto simile a quelle tradizionalmente utilizzate. L’emissione di una obbligazione è un’attività finanziaria che viene eseguita da parte di uno Stato o di un ente finanziario per poter disporre subito di fondi liquidi.
A prescindere dal loro esplicito aspetto etico, non dobbiamo mai dimenticare che i Green Bond sono prima di tutto dei prestiti obbligazionari societari, dunque è sempre consigliabile andare a verificare le condizioni finanziarie dell’emittente prima di decidere se vale la pena portare avanti l’investimento o meno.
Il mondo è in preda ad una grave crisi economica: dopo il picco della pandemia, a preoccupare è lo squilibrio tra impennata della domanda e penuria dell’offerta a livello globale.
La ripresa economica è alle prese con una vera tempesta: colli di bottiglia nelle forniture, inflazione in aumento, materie prime introvabili. Sarà importante nei prossimi mesi verificare come questo caos stia impattando sulle sei principali potenze mondiali. La crisi energetica scoppiata in Cina ha sconvolto il mondo. Lauri Myllyvirta, analista del Centro indipendente per la ricerca sull’energia e l’aria pulita, dichiara che la strategia dei Bond Green può essere una delle vie d’uscita dalla crisi economica mondiale, per il superamento della tempesta degli squilibri del mondo e il recupero di una economia di sviluppo eco sostenibile.