“È stato scaricato il grano turco ed è giunto nei centri di stoccaggio pugliesi di Altamura e Gravina, dopo che una settimana fa era arrivato sulla nave Alma al porto di Bari e, grazie al blitz della Coldiretti, era stato sottoposto a tutti i controlli necessari dal punto di vista sanitario e amministrativo”. A darne notizia è Coldiretti Puglia, con le staffette degli agricoltori che hanno seguito i tir carichi di grano fino a destinazione, partendo dal presidio al Porto di Bari. Un presidio di protesta che – sostiene la confederazione – punta a difendere la salute dei cittadini, in particolare dei bambini, reso necessario dai continui sbarchi di prodotto extra Ue coltivato anche con l’utilizzo di sostanze tossiche proibite in Europa, come ad esempio fungicidi o il glifosato, l’essiccante vietato in Italia in pre raccolta e usato anche sul grano canadese e su quello russo. Coldiretti ha ribadito la necessità di far valere il principio di reciprocità che deve garantire stesse regole per tutti a partire dai fattori di produzione e di trasparenza ai consumatori, con l’introduzione dell’etichettatura obbligatoria dell’origine su tutti i prodotti alimentari in commercio nella Ue.
“Siamo e saremo sempre le sentinelle dei consumatori, è la nostra battaglia per garantire la trasparenza e l’indicazione chiara in etichetta del cibo che arriva sulle tavole degli italiani” è il leitmotiv degli agricoltori che hanno seguito le fasi di scarico del grano preoccupati delle ripercussioni che inevitabilmente queste operazioni avranno sul loro reddito in un periodo difficile per un settore stretto tra pratiche sleali e cambiamenti climatici che rischiano di far sparire soprattutto le piccole aziende, come denunciato ripetutamente da Coldiretti. “Nei prossimi giorni – rilancia Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia – ci sarà l’ennesima invasione di grano proveniente dalla Turchia, proprio in periodo di trebbiatura in Puglia, con l’asta turca dei giorni scorsi che riguarda l’esportazione di oltre 75mila tonnellate di grano che salperanno attorno alla metà di giugno. Questo non è più accettabile”.(AGI)