Prima donna a ricoprire il ruolo della presidenza della Camera dei deputati, incarico che detenne per quasi tredici anni durante tre legislature, dal 20 giugno 1979 al 22 aprile 1992, diventando il presidente della Camera rimasto in carica più a lungo in assoluto dall’istituzione della Repubblica, Nilde Iotti è stata una figura politica fondamentale nell’Italia del dopoguerra e nella neonata Repubblica. Fu partigiana e comunista e si impegnò attivamente in numerose battaglie etiche e sociali.
Figlia di un ferroviere e sindacalista socialista, Egidio, licenziato a causa del suo impegno politico, visse gli anni dell’adolescenza in un contesto di forti difficoltà economiche. Rimase orfana del padre nel 1934 e poté proseguire gli studi grazie a borse di studio che le permisero di iscriversi all’Università Cattolica di Milano, dove ebbe tra i suoi professori Amintore Fanfani, laureandosi in lettere nel 1942.
Seguendo le regole della Leva fascista, il 5 ottobre 1942 si iscrisse al Partito Nazionale Fascista presso la Federazione dei Fasci Femminili di Reggio Emilia, condizione peraltro indispensabile per poter svolgere l’attività di insegnante pubblico. Successivamente esercitò l’insegnamento in alcune scuole tecniche della sua provincia natale, concludendo la sua esperienza professionale nel 1946.
A seguito della situazione in cui era precipitata l’Italia dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 prese forma il suo interesse verso la politica, avvicinandosi al PCI e partecipando alla Resistenza, svolgendo inizialmente la funzione di staffetta porta-ordini, poi aderendo ai Gruppi di difesa della donna, formazione antifascista del PCI, diventandone un personaggio di primo piano.
Eletta nel dopoguerra segretaria dell’Unione Donne Italiane di Reggio Emilia, nella primavera del 1946 entrò nel consiglio comunale della città di Reggio Emilia come indipendente nelle file del Partito Comunista Italiano, aderendovi poco dopo.
Nel giugno dello stesso anno venne candidata ed eletta membro dell’Assemblea Costituente, nella quale fece parte della Commissione dei 75, incaricata della stesura della Costituzione.
Parallelamente nel 1946 iniziò a Roma la sua relazione con il Segretario Nazionale del PCI, Palmiro Togliatti, di 27 anni più anziano (già sposato con Rita Montagnana e padre di Aldo), che durerà fino alla morte del leader comunista, nel 1964. Il loro legame divenne pubblico nella contingenza dell’attentato