“Noi assisteremo ad una fase nuova della Meloni perché è vero che c’è sempre stata una dualità. In fondo in Italia questa cosa è stata un po’ nascosta perché l’adesione all’inizio ad una posizione atlantista ha fatto sì che molta stampa, anche non della sua parte, le abbia fatto un po’ uno sconto rispetto alla sua effettiva adesione ai valori democratici e rispetto a questo tipo di postura che lei ha sempre avuto. Penso che dopo la vittoria di Trump il bilanciamento tra Dr. Jekyll e Mr. Hyde cambierà però a favore della parte più tribale perché Trump è un modello”. Lo ha detto il deputato Pd ed ex Ministro del Lavoro Andrea Orlando a Metropolis, in diretta sui canali del gruppo Gedi.
“Non a caso la Meloni ad Atreju invita Milei che, al di là di ciò che teorizza a livello economico, diventa presidente dell’Argentina e definisce lo Stato come una organizzazione a delinquere. Uno che organizza un sentimento anti istituzionale e lo fa diventare politica. E questa cosa la farà sempre di più la Meloni – osserva l’ex ministro – sentendosi più tranquilla nei rapporti a livello internazionale. Noi continuiamo a richiamare il bon ton pensando che la Meloni o Salvini non lo abbiano imparato ma in verità è un modello quello che stanno seguendo perché nel momento in cui le leggi non scritte del comportamento politico si vanno sgretolando, si deve far ricorso ad altre leggi che in questo caso sono quelle tribali”. “Questo è un disegno politico e non il fatto che non conoscono il linguaggio delle istituzioni. Pensano ci sia un linguaggio più forte di quello delle istituzioni. Non possiamo continuare soltanto ad analizzare questo come una mancanza di educazione civica, è una scelta che si conclamerà ancora di più. Sarà interessante vedere come la prenderanno altri del centrodestra con un’altra cultura istituzionale, un tema che riguarderà i liberali italiani, quelli europei, i popolari europei, tutti quelli che si sono alleati con forze che invece hanno messo l’avanti tutta su una linea post democratica rispetto alla nostra idea di democrazia”, conclude Orlando. (AGI)