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Gli astronauti russi sono arrivati nella stazione spaziale indossando i colori dell'Ucraina

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AGI – I tre astronauti russi, arrivati sulla Stazione spaziale internazionale (Iss), hanno fatto il loro ingresso vestiti di giallo e blu, i colori della bandiera Ucraina, in quella che potrebbe essere stata una scelta intenzionale per lanciare un messaggio contro l’invasione lanciata dal presidente russo Vladirmir Putin.

Denis Matveyev, Oleg Artemyev e Sergey Korsakov hanno messo piede sulla stazione, gestita da vent’anni insieme da Usa e Russia, indossando tute gialle con inserti blu. Solitamente l’uniforme russa è blu e almeno uno di loro la indossava prima del decollo.

Interpellato in proposito, Artemyev ha spiegato che ogni equipaggio sceglie il proprio colore: “Avevamo accumulato molto materiale giallo quindi avevamo bisogno di usarlo. Ecco perché ci siamo dovuti vestire cosi'”. Ad accoglierli sull’Iss, altri due astronauti russi, 4 colleghi americani e un tedesco. 

È la prima volta dal 2008 che a bordo della Soyuz c’è un equipaggio composto esclusivamente da cosmonauti russi che durante la missione dovrà effettuare sette passeggiate spaziali, oltre a operazioni di manutenzione tecnica e riparazioni della piattaforma.  

Nei giorni successivi all’invasione russa dell’Ucraina, la Stazione spaziale è stata spesso terreno di scontro tra Stati Uniti e Russia. Il 12 marzo Dmitry Rogozin, capo dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, aveva ammonito che le sanzioni occidentali potrebbero causare la caduta della Iss e che le operazioni di rifornimento sarebbero stato interrotte dalle sanzioni, con conseguenze sul segmento russo della stazione, che serve, tra l’altro, a correggere l’orbita della struttura.

Due giorni dopo il responsabile per la Nasa del programma Iss, Joel Montalbano. aveva assicurato che la guerra in Ucraina non sta danneggiando la cooperazione tra le agenzie spaziali di Usa e Russia, Nasa e Roscosmos. “Quando sei nello spazio, non ci sono frontiere”, ha detto Montalbano, “non vedi confini statali o nazionali, quindi le squadre continuano a lavorare insieme. Sono consce di quello che sta succedendo sulla Terra? Certamente. Ma le squadre sono professionali, gli astronauti e i cosmonauti sono tra i gruppi più professionali che esistano”. “Continuano a lavorare bene e non c’è davvero tensione tra loro”, ha proseguito, “sono stati addestrati a fare un lavoro e sono lassù a svolgerlo”.

Il conflitto in Ucraina, ha spiegato Montalbano, non ha portato a una cancellazione del programma che prevede l’addestramento di un team di cosmonauti russi a Houston e di un team di astronauti americani sulla Soyuz presso la ‘Città delle stelle’ nella regione di Mosca.

Da parte sua l’Agenzia spaziale europea (Esa) ha sospeso la missione europea a guida italiana ExoMars, prevista per il prossimo settembre e che avrebbe visto una collaborazione con Mosca per l’esplorazione di Marte. “Gli Stati membri hanno valutato l’impatto della guerra in Ucraina sui programmi dell’Esa” ha affermato il direttore generale, Josef Aschbacher “Insieme abbiamo preso la decisione, dura ma necessaria, di sospendere il lancio di ExoMars con Roscosmos e di studiare un modo per andare avanti”.

L’Italia, attraverso la propria Agenzia spaziale (ASI), è il principale sostenitore della doppia missione Exomars con il 40% dell’investimento totale. La missione, spiega l’Asi, è suddivisa in due fasi. Nella prima, lanciata il 14 marzo 2016, una sonda ha raggiunto l’orbita di Marte dopo quasi sette mesi di viaggio, per iniziare una lunga fase di indagini sulla presenza di metano e altri gas presenti nell’atmosfera, ma anche per cercare indizi di una presenza di vita attiva.

Questa fase prevedeva anche l’atterraggio sul pianeta rosso, nel punto denominato Meridiani Planum, ma “a causa di un’anomalia in uno dei sistemi di controllo il modulo è precipitato su Marte”. La seconda parte della missione consiste nel portare sul Pianeta Rosso un innovativo rover, denominato Rosalind Franklin, capace di muoversi e, soprattutto, di penetrarne il suolo per analizzarlo. Il rover avrebbe dovuto essere collocato sulla piattaforma scientifica Kazachok, destinata ad atterrare sul pianeta rosso come parte della missione.

Source: agi


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