di Rosanna La Malfa
Nel testo più bello del mondo, la Costituzione italiana, l’art 4. sancisce che:
<<La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.>>
In effetti, fra varie considerazioni in cui non vogliamo entrare nel merito in questo articolo, la Repubblica offre, per chi ha perso il lavoro, in attesa di trovarne un altro che soddisfi le proprie naturali capacità, diverse formule affinché possa vivere dignitosamente. Sono questi i cosiddetti ammortizzatori sociali.
Per ammortizzatori sociali si intende il complesso di misure adottate dagli organi governativi, sia a livello nazionale, sia a livello regionale, che hanno lo scopo di sostenere economicamente tutti coloro che vivono una situazione di disoccupazione.
Fin qui è tutto chiaro.
Le misure più comuni sono :
1) il Reddito di Inclusione (REI) che si compone di due parti: un beneficio economico, erogato mensilmente attraverso una carta di pagamento elettronica (Carta REI) e un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa volto al superamento della condizione di povertà. Soddisfatto il primo requisito requisito il progetto viene predisposto con il supporto dei servizi sociali del Comune.
2) il Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA) che prevede l’erogazione di un sussidio economico alle famiglie in condizioni economiche disagiate che verrà erogato attraverso l’attribuzione di una carta di pagamento elettronica, utilizzabile per l’acquisto di beni di prima necessità.
3) La NASPI ha lo scopo di fornire sostegno e tutela a chi si trovi in stato di disoccupazione per ragioni indipendenti dalla propria volontà ed e innova in maniera rilevanti la durata e i requisiti contributivi in presenza dei quali si ha diritto all’erogazione dell’indennità
4) L’ASDI (Assegno Sociale di Disoccupazione) consiste nell’indennità economica per la ricollocazione dei lavoratori disoccupati. Ha la funzione di fornire una tutela di sostegno al reddito ai lavoratori già beneficiari della NASpI che siano disoccupati e si trovino in una condizione economica di bisogno.
5) Il Cantiere di Lavoro è una modalità, prevista dalla legge, per migliorare la condizione economica e sociale di cittadini disoccupati da lungo tempo ed in particolari condizioni di precarietà economica attraverso: a) l’erogazione di una indennità mensile a condizione che si impegnino per dodici mesi a svolgere una attività; b) la partecipazione a iniziative di formazione per migliorare la capacità di accedere al mercato del lavoro.
Buone misure, sicuramente a tutela dei bisognosi.
Accade però che non tutte le persone sono oneste. Si approfittano di queste tutele, perché di questo si tratta, raggirando lo Stato TRUFFANDOLO, perché di truffa si tratta.
False documentazioni per ottenere i sussidi, falsi contratti di lavoro per essere licenziati senza aver mai lavorato un giorno, falsi certificati di residenza: tutto falso. Questa si chiama truffa aggravata con la finalità di ottenere indebite erogazioni ai danni dello Stato.
E aggiungiamo noi, danneggiando indirettamente anche gli onesti Contribuenti.
Questo fenomeno è diffuso principalmente nei settori dell’edilizia e dell’agricoltura, dove è più facile trovare una collusione tra imprenditore e dipendente che, in completo accordo, truffano “falsificando le carte”. È una questione di cultura, o di anti cultura, quella del furbetto che del “tanto nessuno mi controlla” ne ha fatto uno stile di vita, di accordi sottobanco, che manipolando il sistema, truffano con la certezza, a loro modo di vedere astuta e scaltra, di restare impuniti.
In realtà, non è poi così difficile scovare i malfattori ormai: incrociando i dati tra INPS e i centri per l’impiego, è possibile, se i dati non combaciano, far scattare l’accertamento.
Imprescindibile per un nazione che deve tutelare il contribuente sano, quello realmente bisognoso ed onesto, accettare che questi disonesti rimangano impuniti, che non subiscano giusti controlli e giuste pene.
Ci batteremo, come sempre abbiamo fatto, per l’equità, l’onestà e la giustizia sociale.