“Sono contrario alle guerre di religione, credo che non ce ne sia alcun bisogno. Anzi, sono solo dannose per i cittadini. Serve un passo indietro di tutti per farne tre avanti. Questo è il modo migliore per raggiungere gli obiettivi che i percorsi democratici consentono”. Lo ha detto il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, intervenendo al convegno per i 60 anni di Magistratura Democratica. “La Costituzione, per scelta dei padri costituenti, non è immodificabile. Le riforme condivise con gli elettori hanno carattere di doverosità: ciò che dovrebbe tranquillizzare tutti – ha sottolineato – è che ci sarà comunque un referendum che lascerà la decisione al popolo. Non comprendo la preclusione a riforme costituzionali condotte secondo le regole della Carta, portate avanti da un parlamento legittimato dal voto e con tanto di rassicurante consultazione popolare. Con tali veti, si corre il rischio di negare i meccanismi democratici, anche quelli di democrazia diretta. Peraltro la separazione delle carriere, sia chiaro come il sole, non tocca minimamente l’indipendenza del pubblico ministero. Sarà il giudice – ha concluso Sisto – la figura centrale del sistema, il ‘fulcro’, forte della terzietà e della imparzialità. Chi giudica, ed è questione di Dna, deve essere del tutto diverso da chi accusa e da chi difende”. (AGI)
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