La Comunità Europea batte un colpo sul turismo, che non a caso quello è il settore economico più a rischio e non a caso è il settore maggiormente interconnesso tra i vari paesi. A dichiararlo il Coordinatore Nazionale di Confedercontribuenti Turismo, Giuseppe Messina.
La sensazione che emerge è che nessuno abbia una soluzione valida, da porre in atto.
Non si può porre in campo una strategia, se prima non si è sicuri di ciò che abbiamo di fronte, se quella che stiamo vivendo sia o meno una crisi sistemica.
Una piattaforma digitale europea, apertura delle frontiere, tra paesi equipollenti dal punto di vista epidemico, e un aiuto con un quinto dei Recovery Found da destinare al settore, raccomandazioni…
Ma poi il solito braccino corto, niente passaporto sanitario, che comporterebbe l’inizio per porre le basi di un sistema sanitario europeo, niente viene detto sulle misure di distanziamento sugli aeromobili, (ci risulta che si è continuato a viaggiare riempiendo a tappo i vettori).
L’Italia dal canto suo fa ancora meno, balbetta, ma non per la non consapevolezza del problema, ma più per impotenza nella ricerca delle soluzioni.
Le strade sono due, ma bisogna capire se abbiamo una crisi passeggera che farà cancellare dal calendario il 2020, come anno funesto, o come la scienza ci suggerisce da tempo, non si tratta di un “cigno nero” ma di un elemento sistemico abbondantemente previsto. In quest’ultimo caso cambia tutto, cambia il modo di fare turismo, cambia la compartimentazione tra settori dell’economia, cambia il sistema delle nazioni d’Europa a varie velocità e non si può prescindere dal condividere tutto, nel bene e nel male, nella salute e nella malattia, in ricchezza e povertà.