AGI – Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 99,2% della fascia over 80 al 36,1% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto l’87,4%, nella fascia 70-79 l’86,1% e in quella 60-69 anni l’82,1%. Lo rileva la fondazione Gimbe nel consueto monitoraggio della settimana che va dal 9 al 15 febbraio.
Si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati: 110.791 rispetto ai 187.037 della settimana precedente (-40,8%). Di questi il 41,2% è rappresentato dalla fascia 5-11: 45.618, in ulteriore netta flessione rispetto alla settimana precedente (-41,7%). Nonostante l’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale e dell’obbligo di green pass rafforzato sui luoghi di lavoro, rileva Gimbe, tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati scende ulteriormente, attestandosi a quota 27.103 (-43,8% rispetto alla settimana precedente).
In continuo calo anche le fasce 12-19 e 20-49. Al 15 febbraio sono ancora 7,1 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2 milioni guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni e pertanto temporaneamente protette. Questi dati portano ad alcune considerazioni: “Se da un lato oltre 2 milioni di persone recentemente entrate in contatto con il virus contribuiscono ad alzare il livello di immunita’ della popolazione – sostiene la Fondazione Gimbe – dall’altro il numero di persone senza protezione e’ ancora molto elevato. Peraltro, la protezione immunitaria ottenuta dopo l’infezione cala progressivamente nel tempo ed e’ necessario vaccinarsi entro 6 mesi dall’avvenuto contagio”.
Nel dettaglio:
I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano la riduzione dell’efficacia vaccinale a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo. In particolare: l’efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 63,6% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 41,7% per i vaccinati da piu’ di 120 giorni, per poi risalire al 65,7% dopo il richiamo; l’efficacia sulla malattia severa scende progressivamente dall’88,3% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni all’83,7% per i vaccinati da piu’ di 120 giorni, per poi risalire al 94% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (piu’ eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 47,5-75,7%), ma soprattutto di malattia grave (del 71,7-89,2% per ricoveri ordinari; dell’81,6-93,9% per le terapie intensive) e decesso (dell’83,1-92,7%).
“La discesa della quarta ondata -spiega il presidente Cartabellotta – insieme alle elevate coperture vaccinali e all’arrivo della primavera permettono di guardare al futuro con ragionevole ottimismo, al netto di nuove varianti piu’ contagiose o piu’ gravi. Tuttavia, se da un lato questo permette di allentare progressivamente le restrizioni, dall’altro la consapevolezza della stagionalità del virus impone a Governo e Regioni di utilizzare i mesi di tregua per programmare la campagna vaccinale d’autunno, al fine di evitare nuove ondate di ricoveri e decessi, soprattutto in persone anziane e fragili. Da tenere in conto anzitutto, viste le attuali incertezze sulla durata della copertura della terza dose sulla malattia grave, dell’eventuale necessità di un richiamo prima del prossimo inverno.
In secondo luogo, i non vaccinati (anche se guariti) e i contagiati durante la quarta ondata che non hanno fatto il booster “si ritroveranno nuovamente esposti al virus; ancora, il mancato decollo delle vaccinazioni nella fascia 5-11 anni non potra’ che ostacolare il normale svolgimento delle lezioni per il prossimo anno scolastico”.
Source: agi