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Gb: aziende settore, Heathrow salvo se ci fosse stato generatore

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L’incidente alla sottostazione elettrica di North Hyde, in Inghilterra, che ha lasciato a terra oltre 300.000 mila passeggeri e provocato la cancellazione oltre 1.300 voli nell’aeroporto di Londra Heathrow, evidenzia, ancora una volta, la criticità di un sistema elettrico sempre più spinto e sovraccaricato, nel quale non sono previsti un numero adeguato di gruppi elettrogeni a garantire la continuità elettrica.
Ne è convinto Marco Monsurrò, presidente dell’associazione italiana Generazione Distribuita di Anima Confindustria e dell’europea Europgen, che rappresentano le aziende produttrici di motori e gruppi elettrogeni.
“La transizione energetica ha affidato all’energia elettrica, prodotta da fonti sostenibili, il compito di decarbonizzare il mondo. L’elettricità è sempre più utilizzata in ambiti civili, industriali e per la mobilità. Tuttavia, a differenza del petrolio, del gas e dell’idrogeno, l’elettricità non può essere stoccata in grandi quantità e, soprattutto, è interrompibile – spiega – ne consegue che un sistema elettrico affidabile non può prescindere dalla presenza di sistemi di continuità elettrica, senza i quali episodi come quello di Heathrow potrebbero ripetersi sempre più frequentemente, con effetti potenzialmente ancora più gravi. Oggi, l’unico sistema di emergenza che possa garantire un’immediata disponibilità di energia in grandi quantità è il gruppo elettrogeno”.
“In questo contesto, il gruppo elettrogeno non è solo un dispositivo di emergenza, ma una tecnologia abilitante per un sistema elettrico moderno e affidabile. Eppure, a livello normativo, manca un quadro di incentivi adeguato sia per i produttori che per gli utilizzatori”, aggiunge, tanto che i gruppi elettrogeni sono espressamente esclusi dai benefici della normativa 4.0 e successiva 5.0. Generazione Distribuita e Europgen stanno lavorando, sia in ambito italiano che europeo, alla definizione di un quadro normativo che riconosca il ruolo strategico dei gruppi elettrogeni nella stabilità e sicurezza del sistema elettrico.
Mentre l’aeroporto di Heathrow ha subito un blackout, gli oltre 200 data center di Londra no, nonostante la sottostazione di North Hyde fornisca l’elettricità ad almeno 20 di questi “perché, a differenza dell’aeroporto di Heathrow, i data center vengono progettati con una logica di continuità operativa, partendo proprio dai gruppi elettrogeni. Nella prospettiva di garantire servizi digitali resistenti a calamità naturali, eventi atmosferici estremi, attacchi terroristici e guasti imprevisti, non è pensabile progettare un’infrastruttura critica senza soluzioni di emergenza adeguate come i gruppi elettrogeni”. (AGI)
LIL