Nell’anno in cui l’Italia festeggia i 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi, l’ambasciata britannica a Roma ha ospitato un evento speciale – “Guglielmo Marconi e il Regno Unito – Storie di talento italiano e innovazione oltremanica” – per celebrare gli stretti legami che il genio italiano, premio Nobel per la Fisica nel 1909, ebbe proprio con il Regno Unito.
L’evento, ospitato dall’ambasciatore Ed Llewellyn presso la residenza di Villa Wolkonsky, ha ripercorso gli anni preziosi che il giovane Marconi trascorse Oltremanica dove, trasferitosi nel 1896 poco più che ventenne, il talento italiano trovò tante opportunità e terreno fertile per le sue invenzioni. Con un racconto scandito da saluti istituzionali, interventi di esperti, proiezioni inedite e brevi performance teatrali, l’occasione ha offerto l’opportunità di scoprire le motivazioni e le implicazioni di una scelta, quella di trasferirsi a Londra, che si è rivelata estremamente caratterizzante per l’intera vita di Marconi.
Dopo il benvenuto dell’ambasciatore Llewellyn e i saluti di Giulia Fortunato, presidente della Fondazione Guglielmo Marconi nonché del Comitato Guglielmo Marconi 150, Barbara Valotti, responsabile per le attività museali della fondazione, ha svolto un intervento che ha approfondito gli aspetti più significativi e meno noti legati agli anni di Marconi oltremanica. “Guglielmo Marconi ha inventato il futuro – ha dichiarato Fortunato – lanciando il primo segnale wireless dalla finestra della soffitta di Villa Griffone, casa di campagna della sua famiglia alle porte di Bologna. Era il 1895. Un anno dopo giunge a Londra, capitale della seconda rivoluzione industriale, dove nasce la sua avventura imprenditoriale, umana e di innovatore, di cittadino del mondo. Il supporto del Regno Unito al precoce talento di Marconi ha così avuto un impatto duraturo sul mondo, contribuendo attivamente a plasmare il futuro delle telecomunicazioni”.
Come ha sottolineato Castiello, “la comunicazione ‘senza fili’ rappresenta un bisogno fondamentale per l’umanità. Grazie a pionieri come Marconi, abbiamo raggiunto un nuovo livello di connessione, trasformando radicalmente la nostra percezione della distanza. La possibilità di gestire pazienti in remoto consente di superare barriere sociali, economiche e geografiche. Questo approccio offre vantaggi significativi non solo per la classe sanitaria e per i pazienti, ma anche a livello globale, in termini di impatto sul clima e sui costi pubblici”.
“Marconi è stato un pioniere, un visionario che ha aperto le porte a una rivoluzione tecnologica che ha trasformato per sempre il modo in cui gli esseri umani comunicano – ha commentato Bernardini. “Come la radio di Marconi, l’IA è una tecnologia trasformativa. La radio ha avvicinato le persone e reso il mondo più interconnesso e l’IA promette di potenziare le nostre capacità, amplificare risorse e generare prosperità, permettendoci di affrontare sfide che prima sembravano impossibili. Costruire una strada percorribile tra le infinite possibilità offerte dall’IA e le incognite che essa ci pone è una delle sfide più entusiasmanti che il futuro prossimo ci riserva”. L’incontro si è concluso con un saluto e un ringraziamento della principessa Elettra, figlia di Guglielmo Marconi. Estratti dello spettacolo “Io e Marconi”, portato in scena da Luca Guiducci, musicista e autore del testo, Francesco Patanè, attore, già candidato ai Nastri d’Argento, protagonista insieme a Elodie del film Ti mangio il cuore, e Sara Zambotti, autrice, conduttrice della storica trasmissione di Radio2 Caterpillar, e adattato per l’occasione, hanno romanzato e rappresentato alcuni tra i momenti più interessanti della vita e delle ‘avventure’ del genio italiano dal momento del suo arrivo a Londra fino alla prima trasmissione senza fili transoceanica, che dalla Cornovaglia fece captare un segnale oltre l’Atlantico, sull’isola britannica di Terranova, in Canada.
Un inedito reportage su “L’avventura di Marconi oltremanica” girato e montato da Marco Varvello, corrispondente Rai da Londra, ha introdotto l’intervento di Roberto Ferrara, direttore Canone, Beni Artistici e Accordi istituzionali, che ha presentato le numerose iniziative dedicate dalla Rai alla figura di Marconi, tra cui una mostra allestita dallo scorso aprile presso il Palazzo della Radio a Roma, una serie Tv “Guglielmo Marconi, L’uomo che ha connesso il mondo” con, tra gli altri, Stefano Accorsi e Nicolas Maupas, e un Prix Italia, da poco conclusosi a Torino, con ampie finestre su Marconi e i 100 anni della radio in Italia.
La particolare prospettiva proposta dall’ambasciata ha consentito di ricordare Marconi anche come il precursore dei tantissimi italiani che in questi ultimi 130 anni hanno saputo cogliere le grandi opportunità offerte loro dal Regno Unito, per la loro carriera e la loro vita oltremanica. A testimonianza dell’incredibile eredità di Guglielmo Marconi, due dei circa 600.000 italiani e italiane che attualmente vivono e lavorano nel Regno Unito, Sara Bernardini, professoressa di Intelligenza Artificiale presso l’Università di Oxford e l’Università di Roma ‘La Sapienza’, e Teresa Castiello, presidente di Cardiologia alla Royal Society of Medicine e fondatrice/Ceo di Mial Healthcare, hanno illustrato gli ultimi traguardi raggiunti nell’applicazione della comunicazione wireless a due settori chiave dei nostri giorni: l’Intelligenza Artificiale e la Digital Health, la Medicina Digitale. (AGI)