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G7 Parlamenti:dichiarazione finale, dialogo e confronto per pace

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“Esprimiamo la nostra piena solidarietà e sostegno a Israele e al suo popolo e riaffermiamo il nostro incrollabile impegno in favore della sua sicurezza, come diritto e dovere all’autodifesa, nel rispetto del diritto internazionale.
Esprimiamo preoccupazione per la protezione della popolazione civile di Gaza, alla luce della tattica permanente utilizzata dal gruppo terroristico di Hamas e della tragica situazione umanitaria che ne è emersa come conseguenza. Dobbiamo essere testimoni di un accesso senza restrizioni degli aiuti a Gaza e all’ONU e ai partner umanitari deve essere consentito di svolgere le loro operazioni in piena sicurezza. Reiteriamo il nostro impegno per un cessate il fuoco che rispetti i principi del diritto internazionale e per un percorso che porti alla pace. Esortiamo l’Iran di astenersi dal fornire sostegno a Hamas, Hezbollah, Houthi e altri attori non statali e attendiamo con ansia di collaborare con partner affini per garantire una regione più pacifica e prospera.
Siamo grati per l’appello di papa Francesco, il primo Pontefice ad aver partecipato quest’anno a un vertice G7, il quale ha ribadito che il mondo non può funzionare senza politica: “La grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine”.
I Parlamenti svolgono un ruolo unico, ispirati dalle ragioni del dialogo e del confronto, e sono chiamati ad adottare una visione lungimirante orientata a garantire benessere, pace, libertà e sicurezza a tutto il mondo.
Ci impegniamo, pertanto, a migliorare il raccordo tra la dimensione interparlamentare e quella intergovernativa del G7, nella convinzione che la diplomazia parlamentare sia un formidabile catalizzatore per la promozione della pace e della prosperità e per la risoluzione pacifica dei conflitti e delle controversie attraverso il dialogo.
1. Sicurezza e sviluppo: nuovi equilibri geopolitici e accesso alle risorse strategiche
Il grave deterioramento della situazione internazionale, segnata da minacce sempre maggiori alla pace e alla stabilità, preclude l’equo sviluppo delle economie nazionali e la crescita materiale e culturale”. “Rinnoviamo, pertanto, fermamente la condanna della guerra illegale d’aggressione della Russia contro l’Ucraina, a cui va la nostra incondizionata solidarietà nella sua lotta per l’indipendenza e la ricostruzione. Ribadiamo che le entità che facilitano l’acquisizione da parte della Russia di prodotti o equipaggiamenti per la sua base industriale di difesa sostengono azioni che minano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina. In questo contesto, esprimiamo la nostra forte preoccupazione per i trasferimenti verso la Russia, da parte di aziende cinesi, di materiali e componenti a duplice uso per armi e equipaggiamenti per la produzione militare. Auspichiamo che il messaggio lanciato dallo svolgimento in Svizzera del Summit per la Pace in Ucraina (15-16 giugno 2024) porti al rispetto dell’indipendenza e della sovranità dell’Ucraina per far cessare la violenza non provocata, in linea con quanto previsto dal diritto internazionale”, prosegue.
“La violazione del diritto internazionale e il disprezzo per la vita umana da parte della Russia, ulteriormente alimentati dalle conseguenti minacce alla sicurezza energetica e a quella alimentare nonché dall’irresponsabile retorica nucleare, sono tra i fattori, insieme ad altri, che stanno alimentando effetti destabilizzanti generalizzati, che devono essere contrastati efficacemente dalla comunità internazionale per prevenire l’ulteriore escalation e ridurre il rischio di conflitti e tensioni regionali.
Ribadiamo, con la massima fermezza, la nostra condanna degli attacchi terroristici brutali e esecrabili perpetrati il 7 ottobre 2023 da Hamas contro Israele. Chiediamo il rilascio immediato e senza condizioni di tutti gli ostaggi ancora tenuti prigionieri da Hamas. La crisi nella regione ha contribuito ad aumentare le tensioni regionali dal Medio Oriente al Mar Rosso e ad alimentare una preoccupante recrudescenza dell’antisemitismo a livello globale che deve essere condannata in modo inequivocabile e combattuta e chiediamo alle autorità di adottare tutte le misure adeguate per garantire la sicurezza dei nostri cittadini ebrei ed esortiamo tutte le parti coinvolte ad astenersi dalla retorica che incoraggia un’ulteriore escalation”. Condanna della guerra nata dall'”illegale” occupazione dell’Ucraina, condanna del terrorismo di Hamas, ma anche preoccupazione per i civili coinvolti nel conflitto a Gaza, preoccupazione per l’escalation in Medio Oriente. E una forte rivendicazione del ruolo dei parlamenti e del G7 come “pilastri della democrazia” e fautori del dialogo per la pace e lo sviluppo. C’è tutto questo nella dichiarazione finale della 22esima riunione dei presidenti delle Camere Basse del G7, il G7 dei Parlamenti appena concluso a Verona, sotto la presidenza di Lorenzo Fontana.
“Noi, Presidenti dei Parlamenti dei Paesi del G7, riaffermiamo la centralità delle istituzioni parlamentari quali pilastri della democrazia nel rappresentare ed esprimere pubblicamente le volontà e le aspirazioni dei cittadini che le hanno liberamente elette. Nell’adottare le leggi, nell’approvare i bilanci e nell’esercitare il controllo sull’azione dei governi, i Parlamenti danno voce a tutte le componenti delle nostre singole società e perseguono l’interesse generale dei nostri popoli”, è l’incipit del documento finale.
“In ambito G7 i Parlamenti testimoniano, al più alto livello istituzionale, l’adesione ai comuni valori della libertà e della democrazia, dei diritti umani e del rispetto del multilateralismo e dello Stato di diritto, che sono stati da ultimo richiamati nell’Apulia G7 Leaders’ Communiqué il 14 giugno 2024 scorso. La profonda condivisione dei valori fondanti della convivenza civile, la continuità della cooperazione che intercorre in tutti i campi tra i nostri Paesi, la salda unità di intenti nel promuovere la pace universale e la sicurezza globale fanno del G7 un fondamentale punto di riferimento per affrontare le crisi ed i conflitti in corso che stanno minacciando la pace, la sicurezza e l’ordine internazionale nato all’indomani della seconda guerra mondiale e fondato sul rispetto della Carta delle Nazioni Unite. Il G7 deve incarnare questi valori continuando ad opporsi con forza a qualsiasi tentativo unilaterale di cambiare l’ordine internazionale basato sulle regole con la forza o la coercizione”, continua il documento. “Proseguiremo gli sforzi per arrestare e dissuadere le persistenti attività informatiche malevole provenienti dalla Cina.
Esprimiamo profonda inquietudine per il sostegno della Repubblica Popolare Cinese alla Russia. Chiediamo alla Cina di fare pressione sulla Russia affinché ponga fine alla sua aggressione militare e ritiri immediatamente, completamente e incondizionatamente le proprie truppe dall’Ucraina. Incoraggiamo la Cina a sostenere una pace globale, giusta e duratura basata sull’integrità territoriale e sui principi e gli scopi della Carta delle Nazioni Unite, anche attraverso un dialogo diretto con la Russia e l’Ucraina. Restiamo preoccupati per la situazione dei diritti umani in Cina, compreso nel Tibet e nello Xinjiang dove il lavoro forzato è per noi fonte di grave preoccupazione. Esprimiamo inoltre preoccupazione per la repressione dell’autonomia, delle istituzioni indipendenti e della società civile di Hong Kong e per la continua erosione dei diritti e delle libertà da parte della Cina.
Ci impegniamo a rafforzare la sicurezza energetica supportando la definizione di strategie di carattere regionale e di politiche per gestire i consumi, migliorare l’efficienza e la conservazione energetica e diversificare le fonti, facendo anche ricorso alle energie rinnovabili, nell’ambito dei passi concreti che stiamo compiendo per raggiungere gli obiettivi degli accordi internazionali. È nel nostro interesse economico e securitario collettivo stabilire percorsi energetici sicuri, affidabili e puliti. Attraverso la transizione energetica devono essere tutelate le categorie di lavoratori e imprese più vulnerabili, anche con l’attivazione di adeguati programmi di formazione e di riconversione.
Auspichiamo il successo dell’Apulia Food Systems Initiative, lanciata dai Leader del G7, per rafforzare la sicurezza alimentare e della nutrizione globale, considerando inaccettabile che una persona su undici nel mondo soffra la fame e che il mondo difficilmente sarà in grado di raggiungere i diversi obiettivi nutrizionali globali entro il 2030, secondo l’ultimo rapporto dell’ONU (2023).
Lavoreremo insieme per affrontare le sfide dell’immigrazione irregolare, di concerto con i Paesi d’origine e di transito, concentrandoci sull’affrontarne le cause attraverso modelli di sviluppo efficaci a livello locale nonché sulla lotta al crimine organizzato transnazionale grazie alla “Coalizione del G7 per prevenire e contrastare la tratta di migranti”.”Le difficoltà di accesso alle risorse strategiche, il cambiamento climatico, la perdita della biodiversità e l’inquinamento, il rafforzamento delle infrastrutture critiche, i disastri naturali, il contenimento delle pressioni migratorie, il garantire l’approvvigionamento alimentare ed energetico e la protezione dell’accesso alle informazioni impongono ai liberi Parlamenti sforzi ulteriori per riaffermare il diritto alla sicurezza e allo sviluppo, a nome delle generazioni future.
È nostro interesse comune affrontare innanzitutto l’instabilità e la frammentazione dei mercati globali, promuovendo un sistema commerciale libero ed equo, basato su regole condivise, comunemente accettate e praticate. La sicurezza collettiva passa anche attraverso la costruzione di catene di approvvigionamento affidabili per ridurre i rischi derivanti da shock geopolitici, militari, terroristici, sanitari e ambientali. Il “Piano in 5 punti del G7 per la sicurezza dei minerali critici” è essenziale per eliminare i “colli di bottiglia” lungo la catena di approvvigionamento, mitigare il rischio di monopolizzazione e porre rimedio alla mancanza di diversificazione delle forniture.
Perseguiamo relazioni costruttive e stabili con la Cina e riconosciamo l’importanza di un impegno diretto e franco per esprimere le preoccupazioni e gestire le differenze. Riconosciamo l’importanza della Cina nel commercio globale. Ci impegniamo a promuovere un commercio libero ed equo, condizioni di parità e relazioni economiche equilibrate, aggiornando e rafforzando al contempo il sistema commerciale multilaterale basato sulle regole, con al centro l’OMC. Non stiamo cercando di danneggiare la Cina o di ostacolare il suo sviluppo economico, anzi, una Cina in crescita che opera nel rispetto delle regole e delle norme internazionali sarebbe di interesse globale. Tuttavia, esprimiamo le nostre preoccupazioni per il persistente orientamento industriale della Cina e per le politiche e le pratiche complessive non di mercato che stanno causando ricadute globali, distorsioni del mercato e dannose sovraccapacità in una gamma crescente di settori, mettendo in pericolo i nostri lavoratori, le nostre industrie, la nostra resilienza economica e la nostra sicurezza. Chiediamo alla Cina di mantenere il suo impegno ad agire responsabilmente nei settori del cyberspazio, dello spazio e dei diritti marittimi”. “Riconosciamo inoltre che la minaccia crescente della strumentalizzazione della migrazione sta svolgendo un ruolo destabilizzante in tutti i Paesi membri e dovrebbe essere contrastata.
Riaffermiamo il nostro impegno a raggiungere l’uguaglianza e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze promuovendone e tutelandone i diritti in tutti gli ambiti della società.
Coopereremo a livello globale, facendo tesoro dell’esperienza del Covid-19, per prevenire, prepararci e rispondere alle pandemie e promuovere un accesso imparziale alle contro misure mediche (MCM) per tutti, incentivando la ricerca scientifica e la collaborazione internazionale.
Sottolineiamo che è fondamentale che la “sicurezza umana”, una nozione focalizzata sugli individui e sulla loro protezione da ampie e gravi minacce vitali, sui mezzi di sussistenza e sulla dignità, sia considerata un principio guida nell’affrontare le sfide sopra menzionate.
Ci impegniamo a favorire e tutelare in ogni sede la libertà di religione e di credo, diritto pienamente inserito nella Dichiarazione Universale dei diritti umani e nella Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, in quanto membri di gruppi religiosi, e di chiunque sia perseguitato sulla base della propria fede o assenza della stessa e stia subendo dai governi restrizioni, ostilità sociali e persecuzioni dovunque nel mondo, come testimoniato dal 14esimo rapporto del Pew Research Center sulle restrizioni alla libertà religiosa.
2. Il G7 per l’Africa e il Mediterraneo: le sfide comuni per la stabilità e la crescita
L’Africa e il Mediterraneo allargato sarà protagonista nel futuro del mondo. Sta attualmente sperimentando un boom demografico ed è il continente più giovane, con circa il 60% della popolazione sotto i 25 anni. Entro il 2050, sarà abitata da 2,5 miliardi di persone. Ha abbondanti risorse naturali ed ampi margini di crescita economica.
Siamo consapevoli che le minacce alla sicurezza e all’ordine globale trovano terreno fertile dove maggiore è l’esigenza di sviluppo. Pertanto, uniti nella condivisione dei principi democratici, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani inalienabili, riconosciamo l’importanza di rafforzare il nostro partenariato con i Paesi dell’Africa e del Mediterraneo nel proseguire questo lavoro.
Lo sviluppo dell’Africa e del Mediterraneo allargato è una priorità del G7 che è stata ribadita dalla presidenza italiana nel Vertice del G7 in Puglia, al fine di sviluppare una partnership strategica e paritaria”. “In tale ottica, affermiamo l’impegno dei Parlamenti del G7 a contribuire alla crescita economica e alla stabilità politica in quelle regioni attraverso la promozione di iniziative per sostenere le loro istituzioni e popolazioni.
Affermiamo la necessità di accrescere gli scambi commerciali e gli investimenti con il continente per alleviare la povertà, sostenere lo sviluppo adeguato delle sue ricche risorse energetiche e incoraggiare l’attuazione di riforme economiche come la strada più sicura per generare ricchezza e occupazione, soprattutto per i giovani. Abbiamo a cuore i nostri partenariati con un’ampia gamma di comunità della società civile in Africa, come partner nel fornire un sostegno critico e vitale nella sanità, nell’istruzione e in altri servizi critici.
In molti Paesi africani si sta intensificando l’interferenza di attori stranieri interessati a renderli dipendenti economicamente e a trasformarli in hub di instabilità. Oggi più che mai è necessario il confronto con i partner africani e mediterranei per contribuire alla promozione dello sviluppo economico e sociale e ridurre la dipendenza da potenze straniere. Denunciamo le pratiche lavorative, ambientali e legali al di sotto degli standard da parte di coloro che cercano di sfruttare le risorse naturali dell’Africa. Siamo al fianco di coloro che sono perseguitati dai terroristi jihadisti.
Il Mediterraneo ha le potenzialità per diventare un hub internazionale da cui accedere all’Africa, all’Asia e all’Europa, attraendo maggiori investimenti e stimolando numerosi settori industriali, il che potrebbe contribuire al superamento dei problemi strutturali della disoccupazione giovanile e delle diseguaglianze socioeconomiche nella regione.
I Parlamenti del G7 possono favorire significativamente questa prospettiva e sostenere l’Unione Africana nella realizzazione dell’Agenda 2063, anche promuovendo la scienza e la tecnologia, la ricerca e l’innovazione, l’industrializzazione dell’economia, la modernizzazione dell’agricoltura e la connessione con il resto del mondo attraverso il consolidamento della rete infrastrutturale.
La Partnership for Global Infrastructure and Investment del G7 (PGII), il Global Gateway dell’UE, il Piano Mattei per l’Africa lanciato dall’Italia, a Roma a fine gennaio 2024, possono attivare risorse pubbliche e private per aiutare l’Africa a diventare un attore economicamente forte e indipendente sulla scena mondiale, così da ridurre le disuguaglianze e migliorare la coesione sociale”.
Le politiche di liberalizzazione del commercio promosse in seno all’African Continental Free Trade Area e i progressi su base regionale operanti all’interno dell’Unione africana stanno contribuendo a rendere più favorevole il clima per gli investimenti nella regione, ma occorre affrontare con maggiore efficacia la questione della vulnerabilità del debito (la Banca Mondiale ha individuato nel 2023 ben 21 Paesi ad alto rischio nell’Africa sub-sahariana).
Al fine di assicurare l’efficacia degli impegni proposti e di tradurli in interventi concreti, è di fondamentale importanza un coordinamento politico tra i Paesi del G7 per conseguire risultati tangibili e duraturi rispetto alle priorità dello sviluppo identificate dai nostri partner africani e mediterranei e le loro organizzazioni regionali. In particolare, riconosciamo ancora una volta che, nel progredire delle cooperazioni di sviluppo con i partner africani, dovrebbe essere messo al centro l’“approccio orientato al campo”, in cui i piani sono redatti e attuati sulla base delle esigenze della popolazione dei Paesi, così come dei diversi ambienti in cui si trovano.
Dobbiamo ampliare il nostro partenariato globale con l’Africa. L’ingresso dell’Unione africana nel G20 è un importante passo in questa direzione.

Consideriamo pertanto decisivo elaborare una comune attitudine al dialogo e al confronto in seno alla dimensione parlamentare del G20, il Vertice dei Presidenti di Parlamento (P20), che si riunirà a Brasilia nel mese di novembre 2024, al fine di contribuire ad accompagnare i Paesi dell’Africa e del Mediterraneo allargato nel loro impegno per lo sviluppo.

3. Intelligenza artificiale, Cyber-sicurezza e tutela degli interessi nazionali: il ruolo dei Parlamenti nella transizione digitale
Come Parlamenti dei Paesi del G7, stiamo acquisendo la consapevolezza che il benessere delle nostre società dipenda dallo sviluppo di uno spazio digitale aperto, compatibile, affidabile e sicuro e che i nostri Paesi siano legati da «relazioni digitali» che superano i confini nazionali.
La difesa di questo spazio cibernetico nel quale si realizzano le comunicazioni, che consente il funzionamento globale dell’economia e contribuisce all’ordinato svolgimento della vita delle nostre istituzioni democratiche, rappresenta dunque un interesse comune”. “Il contributo alla diffusione della più ampia conoscenza delle implicazioni della sicurezza informatica sulla vita di tutti i giorni sostenendo lo sviluppo della ricerca e la diffusione delle competenze e delle conoscenze di alto livello rappresentano azioni specifiche che i nostri Parlamenti devono intraprendere, operando nello scenario globalizzato a tutela degli interessi nazionali e dei valori democratici condivisi.
Come discusso nell’ambito del Gruppo di lavoro sulla Cybersecurity del G7, accresceremo la nostra resilienza collettiva soprattutto con riferimento alle infrastrutture critiche, sotto attacco da parte di organizzazioni criminali e stati avversari.
Condividiamo la convinzione che la cooperazione tra i nostri Parlamenti in questo settore sia fondamentale per assicurare un approccio comune e per l’innalzamento del livello di sicurezza e di resilienza.
Riconoscendo lo straordinario potenziale dell’intelligenza artificiale per promuovere il progresso e lo sviluppo delle nostre società, plaudiamo agli innovatori responsabili di questa tecnologia e incoraggiamo l’opportuna adozione di applicazioni verificate che promuovono la prosperità e il benessere. Prendiamo atto dell’impegno assunto dai Governi del G7, lo scorso mese di giugno, per promuovere un’intelligenza artificiale sicura, protetta e affidabile al fine di massimizzarne l’utilità e minimizzarne i rischi. Conveniamo sul fatto che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale debba dare la precedenza all’uomo, alla sua dignità, ai suoi diritti e alle future generazioni.
È altrettanto essenziale promuovere infrastrutture digitali aperte, trasparenti ed inclusive che siano messe a disposizione anche delle economie emergenti nell’ottica dello sviluppo sostenibile a livello globale. In proposito, riconosciamo la necessità di strategie per la governance dell’IA che promuovano l’inclusione mitigando al contempo i rischi, sulla base dei risultati del Vertice di Seul sull’IA e dei prossimi eventi fondamentali, compreso il Vertice del Futuro dell’ONU e il Vertice sull’azione in materia di intelligenza artificiale previsto per il 2025.
Riconosciamo, nell’ambito del processo di Hiroshima sull’Intelligenza Artificiale, l’importanza dell’attuazione dei Principi Guida e del Codice di Condotta Internazionale per le Organizzazioni che Sviluppano Sistemi di IA avanzati. Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, peraltro, pone nuovi specifici rischi sia nel caso di uso fraudolento, sia nel caso di effetti non adeguatamente considerati in fase di sviluppo e adozione di tali tecnologie”. (AGI)
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G7 Parlamenti:dichiarazione finale, dialogo e confronto per pace (10)
Pubblicato: 06/09/2024 17:42
(AGI) – Verona, 6 set. – “Tutte le nazioni devono prestare particolare attenzione a valutare l’impatto dell’intelligenza artificiale nell’ambito della loro posizione di sicurezza e le misure necessarie per proteggere la proprietà intellettuale e i dati sensibili dallo sfruttamento da parte di attori malevoli.
Ci impegniamo a supportare un dibattito informato, inclusivo e democratico nell’opinione pubblica, con un’attenzione specifica sui giovani e sull’uso responsabile e l’impatto mentale dell’intelligenza artificiale, che tenga conto anche dell’aspetto ecologico dell’uso delle tecnologie dell’IA.
Riteniamo che i Parlamenti debbano, secondo le regole di ciascun Paese, i) contribuire alla definizione del complesso regolamentare (governance) che consenta il buon utilizzo dell’intelligenza artificiale nel quadro dei principi e diritti in cui tutti ci riconosciamo, ii) mettere i cittadini in condizione di comprendere la promessa offerta dalla trasformazione digitale e la responsabilità che essa richiederà nell’esercizio dei loro diritti e doveri , iii) favorire il confronto qualificato tra tutti i soggetti interessati (ricercatori, decisori e società civile), con particolare riferimento alle prospettive per il mercato del lavoro.
Per tutelare i valori democratici comuni ai nostri Paesi, nel nuovo contesto in cui le tecnologie sono sempre più accessibili e possono essere utilizzate per finalità deliberatamente malevole, come ad esempio le “Deepfakes”, i Parlamenti dovranno continuare a prestare una specifica attenzione al contrasto della manipolazione delle informazioni per influenzare e interferire nel funzionamento delle istituzioni, alla reputazione dei funzionari pubblici o delle persone impegnate in politica e in particolare in relazione a elezioni libere ed eque.
I Parlamenti, quali assemblee che riuniscono tutte le componenti della società e pietre angolari del governo democratico, sono per loro natura chiamati a cogliere le opportunità e affrontare la sfida del futuro e del progresso tecnologico, i cui ritmi sono sempre più veloci. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale, nel quadro dei principi e dei diritti, può lecitamente contribuire a migliorare i processi amministrativi nei servizi parlamentari per assicurare efficienza, sostenere la funzione decisionale e migliorare l’impegno. I Parlamenti dovrebbero utilizzare le capacità dell’intelligenza artificiale per spiegare le politiche e le questioni complesse a tutti i gruppi della società in modo mirato, così da colmare le lacune tra le istituzioni democratiche e i cittadini. Su questo aspetto, conveniamo sull’importanza di tenere un confronto volto a condividere le azioni già intraprese, nonché le migliori prassi e le soluzioni adottate”. (AGI)