Si brinda con olio, in purezza o miscelato, per salutare la rinascita di un settore che non si arrende. A Lecce, nel cuore del Salento martoriato dalla Xylella, è nato il primo Oil Bar di Puglia. Un luogo in cui l’olio extravergine non è solo condimento, ma protagonista assoluto, tra degustazioni, formazione e anche cocktail, come il ‘Mendula’, che unisce gin agli agrumi, salvia, liquore di latte di mandorla e, naturalmente, olio coratina. Un brindisi simbolico, che sa di sfida e di resilienza.
L’iniziativa, firmata dall’oleologo e imprenditore Francesco Caricato, nasce all’interno di un cocktail bar noto della città, e si propone come spazio permanente di cultura e sperimentazione. Qui l’olio si degusta, si studia, anche attraverso serate tematiche — la prima in programma il 10 aprile — pensate per raccontare un prodotto ferito, ma ancora capace di parlare al mondo.
“L’olio buono va bene sempre, a prescindere – spiega Caricato – e anche dopo la tempesta che ci ha colpiti, possiamo e dobbiamo ripartire”.
Ripartire significa anche cambiare le regole. Giovanni Melcarne, presidente del Consorzio Olio Dop Terra d’Otranto, lo sottolinea senza giri di parole: “La Xylella è stata uno tsunami che ha raso al suolo il nostro settore. Ma da questa crisi abbiamo avviato una riforma profonda del disciplinare”. Raccolta anticipata al 15 novembre, acidità massima ridotta a 0,35%, olio sfuso detenibile per non più di un anno. Ma soprattutto, ha rimarca Melcarne, l’introduzione della stima preventiva pre-raccolta. “È un caso unico in Europa. Spesso le nostre produzioni sono state manipolate con oli di dubbia provenienza. Noi dobbiamo tutelare il produttore onesto e il consumatore, snellendo la burocrazia con poche regole ma efficaci”, dice.
A fare da contrappunto, il racconto di Pantaleo Greco, presidente di Aprol Lecce e della sezione olivicola di Confagricoltura Puglia. “La Xylella ci ha messi a terra, ma noi agricoltori abbiamo nel Dna la capacità di rigenerarci e di trarre spunto dalle tragedie”, le sue parole. Greco ha ripercorso rapidamente la storia recente del settore, segnata dal batterio che ha colpito duramente le cultivar autoctone e da una ricostruzione ancora in salita: “Gli spunti per ripartire ci sono, ma servono scelte politiche chiare, dalla Regione fino all’Unione Europea, senza ulteriori ostacoli burocratici”. Perché, va ricordato, la Puglia è stata la prima a fronteggiare l’emergenza Xylella, ma non è rimasta a guardare.
Lo dimostra anche l’impegno sul fronte della formazione. durante il periodo più critico, l’Associazione Italiana Sommelier di Puglia ha attivato i primi corsi professionalizzanti per degustatori di olio. “Abbiamo già formato su tutto il territorio regionale 213 ambasciatori del racconto dell’olio – gli ultimi 50 a Lecce – per diffondere la cultura dell’olio come accaduto con il vino – ricorda Marco Albanese, delegato Ais di Lecce – i nostri produttori hanno la scienza e la competenza per risollevarsi, come accadde alla viticoltura pugliese dopo la fillossera di inizio Novecento”. L’Oil Bar leccese invita non solo a gustare l’olio, ma a crederci ancora. Perché, come da tradizione contadina, ogni crisi può diventare l’occasione per rigenerare la terra e chi la coltiva. (AGI)
BA2/LIL