Nel 2023 la produzione di Pecorino Romano ha sfiorato le 37 mila tonnellate, senza alcuna eccedenza, il Pecorino Sardo ha raggiunto quota 1.700, il Fiore Sardo le 339 tonnellate. Per i tre formaggi Dop prodotti in Sardegna è un buon momento. In particolare, per il Pecorino romano, “il miglioramento tecnologico è stato decisivo”, spiega il presidente del Consorzio di tutela del Pecorino Romano Dop, Gianni Maoddi. “La riduzione del sale, poi, ha permesso il cambio di passo. Adesso il Pecorino Romano Dop spunta prezzi all’ingrosso tra i 12 e i 13 euro al chilo. Al dettaglio può arrivare anche a 25-26 euro. Se guardiamo al mercato, il 70% della produzione è dedicato all’export; 40% Stati Uniti, 20% Europa, 10% resto del mondo.
Quanto al Pecorino Sardo Dop, “il 2024 è un anno all’insegna della crescita: c’è un evidente risveglio, sia a livello nazionale sia a livello comunitario”, secondo Annalisa Uccella, direttrice del Consorzio di tutela del Pecorino Sardo Dop. “Questo formaggio prevede due varianti, disciplinare alla mano: dolce e maturo”, aggiunge Uccella. “Vogliamo conquistare l’alta ristorazione. L’impiego in cucina delle due tipologie è infinito”. Per svelare le potenzialità dei tre formaggi a Denominazione di origine protetta, l’agenzia Laore della Regione Sardegna da martedì 21 maggio ha organizzato la tre giorni di eventi ‘Dop Cheese Sardinia’, con partenza da Dolianova. Sono in programma visite guidate in caseifici selezionati, workshop formativi e cooking show a cura dello chef stellato Francesco Stara. “Vogliamo che le nostre Dop possano emergere e toccare livelli ancora più alti rispetto a quelli attuali, già significativi”, dichiara il direttore del Servizio sviluppo delle filiere zootecniche e benessere animale dell’Agenzia Laore Sardegna, Alessandro De Martini. “Riteniamo che l’alta ristorazione possa contribuire a veicolare tra i consumatori la qualità dei nostri formaggi. Le cucine importanti possono diventare le ideali ambasciatrici di questi eccellenti prodotti. Possiamo attestare la bontà della materia prima, il latte sardo, perché, grazie agli oltre 270 mila esami all’anno che eseguiamo sul latte nel nostro laboratorio, abbiamo tutte le informazioni necessarie. Ebbene, le proprietà della materia prima che arriva dai nostri pascoli rappresentano la base perfetta da cui partire. Poi, la lavorazione certosina fa il resto. Dunque, pensiamo che i formaggi sardi a marchio Dop possano approdare di diritto nelle grandi cucine”.
“I nostri formaggi sono di altissima qualità, come testimonia anche il recente ‘Italian Cheese Awards’, con la nomination conquistata dal Fiore Sardo Dop 24 mesi del caseificio dei F.lli Bussu. Le loro caratteristiche sensoriali permettono un’ampia versatilità.ne, così da esaltare e affinare il loro gusto”, sottolinea Massimiliano Venusti, coordinatore del Settore lattiero caseario di Laore. “La base è sempre il latte di pecora, ma i risultati ottenuti dalle tre Dop sono assai differenti, proprio dal punto di vista sensoriale. Siamo convinti che questa sia la carta vincente per conquistare pure l’alta ristorazione”.
Il tour gastronomico proposto da Laore parte il 21 maggio: 15 tra ristoratori e giornalisti, youtuber e food blogger, si daranno appuntamento alle 9.30 nel caseificio Argiolas, a Dolianova, per una giornata dedicata al Pecorino Sardo. Il giorno dopo, invece, una nuova comitiva si dirigerà nel Sassarese, nello stabilimento Lait, Latteria di Ittiri società cooperativa, per una giornata dedicata al Pecorino Romano. Infine, giovedì 23 maggio il gruppo di ristoratori e giornalisti approderà prima a Macomer, alle 9.30, per una visita guidata al caseificio Debbene dei F.lli Bussu. Quindi, raggiungerà Badde Salighes, Villa Piercy, nelle campagne di Bolotana. L’antica dimora ospiterà un workshop e un cooking show dedicati al Fiore Sardo. (AGI)
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