L’economia dell’Italia si è “ripresa bene” dalla fase più dura della pandemia di Covid e dallo shock energetico innescato dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia grazie alla “ripresa del turismo e al sostanziale sostegno politico”. Tuttavia la crescita resta “moderata”. Oltre a contribuire alla ripresa, la politica fiscale espansiva “ha anche mantenuto il deficit e il debito pubblico molto elevati, innalzando il premio di rischio dell’Italia e agendo come un freno agli investimenti del settore privato”. E’ un giudizio fatto di luci ed ombre quello del Fondo Monetario Internazionale, che dal 6 al 20 maggio ha condotto una missione in Italia realizzando al termine delle note di valutazione.
“Oltre a contribuire alla ripresa, la politica fiscale espansiva ha anche mantenuto il deficit e il debito pubblico molto elevati, innalzando il premio di rischio dell’Italia e agendo come un freno agli investimenti del settore privato”, annota l’Fmi.
Per il Fondo è possibile mettere in campo un aggiustamento fiscale “più rapido del previsto per ridurre il debito con un elevato livello di fiducia e con costi limitati per la crescita, ritirando misure di crisi inefficienti e temporanee”. Oltre il breve termine, pur mantenendo un considerevole avanzo primario, si legge nel report, “saranno necessari ulteriori sforzi fiscali per accogliere gli investimenti che stimolano la crescita e le pressioni di spesa latenti e contribuire a ripristinare lo spazio di bilancio in caso di gravi shock”.
L’Fmi prevede che il PIL italiano aumenterà dello 0,7% nel 2024 e nel 2025 poiché l’accelerazione della spesa relativa al Pnrr – da finalizzare entro la metà del 2026 – compenserà in gran parte la graduale eliminazione degli investimenti residenziali potenziati dal Superbonus.
Secondo il Fondo “è urgente rilanciare la produttività. La piena e tempestiva esecuzione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, seguita da un successivo piano di bilancio strutturale a medio termine che si concentri sulle infrastrutture pubbliche critiche, sulla ricerca e l’innovazione, sulla riforma del sistema educativo e sul miglioramento del clima imprenditoriale, sosterrebbe questo obiettivo”. (AGI)
MAN