“La delega fiscale è stata approvata in Consiglio dei ministri nel marzo 2023 e ha fatto il suo iter parlamentare senza voto di fiducia”, ha ricordato Maurizio Leo, “ed è stata approvata ad agosto 2023. A oggi ci sono stati 13 decreti legislativi. Ci sono due fattori da evidenziare. Il primo è che abbiamo introdotto delle misure che invogliano gli imprenditori ad assumere lavoratori a tempo indeterminato. C’è una maggiorazione del 20/30% per particolari categorie. Questo è stato un elemento che ha potenziato le assunzioni a tempo indeterminato. Secondo, c’è stato un incremento di lotta all’evasione e recupero dell’evasione fiscale. L’effetto è duplice. Da un lato stiamo cercando che i lavoratori dipendenti diano benefici alle imprese, dall’altro vogliamo combattere l’evasione fiscale”.
Leo ha ricordato l’intervento sulle aliquote fiscali. “Abbiamo fatto un primo intervento che ha toccato i redditi medio bassi”, ha spiegato il viceministro, “Alle quattro aliquote del 2023 siamo passati alle tre aliquote del 2024. Chi sta soffrendo in questo periodo è il ceto medio. Se troviamo le risorse dobbiamo cercare di venire incontro al ceto medio, che è nella fascia di reddito tra i 35 e i 60 mila euro. L’obiettivo è portare l’aliquota dal 35 al 33 per cento. Inoltre, puntiamo a interventi e misure a favore della natalità e delle famiglie. Sono questi i punti cardine di quello che vorremmo fare nella prossima legge di bilancio”.
Leo ha poi annunciato che dovrà essere fatta “un po’ pulizia” sulle deduzioni dal reddito imponibile o detrazioni dall’imposta. “A oggi sono circa 625”, ha detto Maurizio Leo, “L’intervento che si dovrà fare è di togliere quelle che sono meno significative per i contribuenti, salvaguardando le deduzioni più importanti e di maggiore appeal, come quelle per la casa, la salute e l’istruzione”.
Sul nuovo Testo Unico sulla riscossione della tasse, il viceministro ha spiegato che “oggi abbiamo un magazzino cartelle di 1207 miliardi. Un carico, che ha l’Agenzia delle entrate, che si è formato dal 2000 a oggi. Ci sono tante cartelle che difficilmente si riescono a recuperare. Dobbiamo verificare quelle che si possono riscuotere e quelle che non si possono riscuotere, perché magari sono riferiti a soggetti decedute a o imprese fallite”. Per questo ci sarà una Commissione che “formulerà delle proposte al Ministero”.
ha sottolineato ancora Leo: “Dobbiamo semplificare la vita ai contribuenti. Dobbiamo fare in modo che il contribuente in difficoltà possa pagare in uno spettro un po’ più ampio e fare una lotta senza quartiere all’evasione fiscale. Le partite Iva potranno accedere al cosiddetto concordato preventivo. Nel Biennio 2024/2025 possono fare un patto con il fisco, considerato sulla base dei redditi che hanno conseguito. Per il contribuente che non accede al concordato, procederemo all’inserimento in liste selettive. Oggi con l’interoperabilità delle banche dati, il fisco sa tutto”. (AGI)