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Fisco: in 10 mesi 2023 incassati 28 mld in più su 2022

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Nei primi 10 mesi di quest’anno l’Erario ha incassato 28 miliardi di euro in più rispetto allo stesso periodo del 2022 (pari al +4,4%). Un maggior gettito pari a 1,4 punti di Pil che, sicuramente, è destinato ad aumentare ancora. Con le scadenze fiscali di novembre e dicembre, infatti, è molto probabile che le maggiori entrate tributarie e contributive riferite a quest’anno cresceranno ancora di parecchi miliardi. A segnalarlo è l’Ufficio studi della Cgia. Le tasse, però – rileva la nota – non sono aumentate, l’incasso non è riconducibile ad un aumento del carico fiscale sulle famiglie e sulle imprese, ma alla combinazione di alcuni aspetti congiunturali distinti, come una moderata crescita economica avvenuta nel 2023, l’aumento dell’inflazione, l’incremento dell’occupazione e il rinnovo di alcuni contratti di lavoro. Va anche ricordato che con la fine del 2022 è venuto meno il taglio delle accise sui carburanti.
Nel 2023 la pressione fiscale è destinata a scendere al 42,5%, 0,2 punti percentuali in meno rispetto al dato 20222 . Il livello raggiunto quest’anno ci riporta in linea con la soglia che gravava sui contribuenti italiani prima dell’avvento del Covid. Secondo la Commissione Europea solo la Danimarca (48,1%), la Francia (45,1%) e il Belgio (43,6%) registravano nel 2021 una pressione fiscale superiore alla nostra (pari al 43,3%). La media dei 27 Paesi Ue si è invece attestata al 40,6%, 2,7 punti in meno rispetto all’Italia. L’Ires e l’Irpef sono state le imposte dirette che in questi primi 10 mesi dell’anno sono cresciute di più. Se la prima ha subito un incremento rispetto allo stesso arco temporale del 2022 del 15,7% (+4,3 miliardi di euro), la seconda, invece è salita dell’8,2% (+13,6 miliardi di euro). Tra le imposte indirette il gettito dell’Iva è aumentato dell’1,7% (+2,2 miliardi di euro). (AGI)
GLA